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Inchiesta su Casalesi, rinviati a giudizio gli avvocati Di Capua e Santonastaso
Rivelazione di segreto d'ufficio le accuse, il primo era il legale difensore di molti pentiti di camorra
La Procura chiesto il rinvio a giudizio degli avvocati Catello Di Capua e Michele Santonastaso, arrestati lo scorso ottobre nell’ambito di un’inchiesta sul clan dei casalesi. In particolare Di Capua, difensore di numerosi pentiti, è accusato di rivelazione di segreto di ufficio e favoreggiamento nei confronti del collega, che assiste invece importanti boss come Francesco Bidognetti e Antonio Iovine; Santonastaso è a sua volta accusato di concorso in rivelazione di segreto di ufficio, in qualità di istigatore. L’udienza preliminare si svolgerà il 19 gennaio prossimo davanti al gup Anita Polito.
Di Capua avrebbe confidato a Santonastaso l’esistenza di un procedimento a suo carico presso la Dda, il contenuto delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Armando Martucci, l’esito di un sopralluogo compiuto dallo stesso Martucci presso immobili collegati alla posizione di indagato di Santonastaso (lo stesso che lesse in aula, durante il processo di appello Spartacus, il «proclama» contro lo scrittore Roberto Saviano, il giudice Raffaele Cantone e la giornalista Rosaria Capacchione) e il nome del magistrato titolare dell’inchiesta, Alessandro Milita.
La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata dallo stesso Milita e dai colleghi Cesare Sirignano e Antonello Ardituro. Agli elementi di accusa già raccolti nei confronti di Di Capua si aggiungono nuove dichiarazioni del pentito Michele Froncillo, messe a verbale lo scorso novembre. Secondo il collaboratore di giustizia, in particolare, l’avvocato Di Capua, sostenendo che lo Stato non lo retribuisse adeguatamente per la sua difesa, gli chiese 50 mila euro e un’auto, una Bnw X5 dal valore di 30 mila euro. La vettura, formalmente intestata alla madre di Froncillo, Carmela Petino, rimase per alcuni anni nella disponibilità del legale, che peraltro collezionava multe salatissime. Lo stesso collaboratore si sarebbe accollato il pagamento di cartelle Equitalia per un importo di circa 5.000 euro.
Secondo Froncillo — ma sono dichiarazioni che non hanno ancora trovato riscontro — anche un altro pentito del clan camorristico dei Prestieri regalò a Di Capua un’auto ancora più costosa. Il pentito ha anche spiegato perché, pur non trovandosi bene con il penalista, non gli revocò (almeno fino a un certo punto) l’incarico. L’avvocato, nominato dalla Procura dopo che Froncillo aveva formalizzato la decisione di collaborare con la giustizia, gli aveva prospettato la possibilità che, in caso di revoca del mandato, i pm avrebbero attuato ritorsioni nei suoi confronti. Sempre secondo il racconto del pentito, Catello Di Capua avrebbe vantato rapporti molto stretti con politici importanti, tra cui un sottosegretario.
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/11-gennaio-2011/inchiesta-casalesi-rinviati-giudizio-avvocati-capua-santonastaso--181232439748.shtml
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