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Omicidio colposo per l'operazione inutile fatta solo per soldi
Rischia la condanna per omicidio colposo il chirurgo che interviene senza una reale necessità mosso soltanto da una logica di guadagno. La Corte di cassazione con la sentenza 33136 (www.guidaaldiritto.ilsole24ore.com) analizza il caso di un cardiochirurgo accusato di aver operato avendo come obiettivo principale, non la salute del paziente, ma il superamento dei 600 interventi annui, numero oltre il quale scattava un "premio" aggiuntivo di 500 euro a operazione.
L'avvio dell'indagine
L'indagine sul conto del primario era stata avviata dopo le dichiarazioni fatte da un sacerdote al pubblico ministero. Al religioso era stata applicata una protesi meccanica in sostituzione della valvola aortica con un intervento invasivo giudicato, in seguito, non necessario da numerosi specialisti, soprattutto in considerazione delle pesanti conseguenze sulla qualità della vita. Tanto era bastato agli inquirenti per cercare nel «curriculum» del cardiochirurgo altri casi analoghi e trovarne almeno otto che avevano indotto il pm a contestare al medico il reato di lesioni gravissime e, in un caso in cui il paziente era morto, l'omicidio colposo.
Il cottimo chirurgico
Ad accomunare gli interventi analizzati sarebbe stata l'esigenza di incassare le somme del «cottimo cardochirurgico», pattuito verbalmente dal professionista con gli amministratori della clinica con la quale aveva un rapporto di lavoro dipendente. L'esistenza di un accordo tra il chirurgo e la casa di cura era stata rivelata dal responsabile delle risorse umane dell'istituto, ritenuto dai giudici di merito un teste qualificato proprio in virtù del suo ruolo.
L'integrazione «incriminata» avrebbe fatto lievitare lo stipendio annuo da 325 mila euro fino a 625 mila euro in base agli interventi eseguiti.
Decisa la difesa del cardiochirurgo che afferma la sua buonafede e nega la possibilità di giocarsi carriera e credibilità per 4 mila euro, a tanto ammonterebbe, infatti, il compenso per gli otto casi "sospetti".
Il fine della salute
La Corte di cassazione dal canto suo accoglie il ricorso del pm contro la sentenza della Corte d'Appello giudicata troppo morbida. I giudici di secondo grado avevano, infatti, dichiarato prescritti i reati di lesioni gravi e gravissime e derubricato il reato di omicidio da preterintenzionale a colposo. Gli ermellini rinviano la causa a una nuova sezione dell'Appello invitando il collegio a decidere nuovamente sul caso tenendo presente il principio di diritto in base al quale, deve essere considerato penalmente responsabile il chirurgo sia quando opera contro la volontà del paziente sia quando persegue un fine diverso dalla salute «il vero bene da preservare, la cui tutela, per il relativo risalto costituzionale, fornisce copertura costituzionale all'azione del medico». È invece «innocente» il chirurgo che con il suo intervento provoca al paziente le lesioni che l'operazione «naturalisticamente» comporta.
http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-09-06/omicidio-colposo-loperazione-inutile-171253.shtml?uuid=Aalllz1D
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