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  • Processo civile: via libera del Cdm allo snellimento dei riti - Ecco come cambia

    Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legislativo che sfoltisce la giungla dei riti del processo civile. Il Governo ha dato così seguito alla delega conferitagli nel 2009 e ha ricondotto da 33 a tre i procedimenti civili regolati da legislazione speciale. «È una velocizzazione del processo stesso a seguito dell'unificazione con tutti i vantaggi che ne derivano sia sul piano economico sia per quanto riguarda la durata del processo», ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma, al termine del Cdm. «Per onore di verità - ha chiarito il ministro - va aggiunto che la semplificazione del processo civile non è ultimata in quanto mancano alcuni settori come ad esempio le procedure fallimentari e la materia della famiglia ma il Governo non poteva farli perché non era destinatario della delega apposita».
    Presto due ddl su processi pendenti e tribunale della famiglia
    Si tratta quindi più che altro di una razionalizzazione, dal momento che la delega è limitata, come ha spiegato Nitto Palma, e non consente un intervento su diritto del lavoro, codice della proprietà industriale, procedure fallimentari e, soprattutto, sui procedimenti in materia di famiglia e di minori. Quest'ultimo punto resta tuttavia una delle priorità del neo ministro della Giustizia che ha intenzione di lavorare per la realizzazione del tribunale della famiglia. Proprio su quest'ultimo punto il Guardasigilli ha infatti annunciato che «sono in via di ultimazione due disegni di legge che assumono notevole importanza nel settore del Processo civile: il primo - ha spiegato - riguarda la definizione dei processi pendenti, mentre il secondo provvedimento prevede l'istituzione del tribunale della famiglia e cioè una sezione specializzata nei vari tribunali che dovrà occuparsi di tutte le problematiche che riguardano la famiglia».
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    Ecco cosa prevede lo snellimento approvato oggi
    Tornando al decreto approvato oggi lo snellimento dei 33 riti è stata compiuto su tre modelli: il rito del lavoro, il rito ordinario di cognizione e il rito sommario per processi con evidenti prove. Al primo sono stati ricondotti procedimenti in materia di applicazione del codice della privacy, le opposizioni alle sanzioni amministrative, al verbale di accertamento del codice della strada, ai provvedimenti di recupero degli aiuti di Stato, a sanzioni in materia di stupefacenti e, tra l'altro, le controversie agrarie. A fare la parte del leone è il procedimento sommario di cognizione, nel quale vengono ricompresi i procedimenti speciali con una vasta semplificazione della trattazione o dell'istruzione della causa (per esempio, le impugnazioni delle deliberazioni del consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti, i procedimenti in materia di immigrazione e di discriminazione, le opposizioni ai decreti di pagamento delle spese della giustizia e, tra l'altro, quelle sui provvedimenti in materia di riabilitazione del debitore protestato).
    Con il decreto via alla razionalizzazione della giungla esistente
    Per esclusione, sono state ricondotte al terzo rito ordinario di cognizione le seguenti materie: le opposizioni a procedura coattiva per la riscossione delle entrate patrimoniali dello Stato e degli altri enti pubblici e quelle alla stima nelle espropriazioni per pubblica utilità; i procedimenti per chiedere la rettifica del sesso; le controversie sull'attuazione di sentenze e provvedimenti stranieri e, infine, quelle in materia di liquidazione degli usi civici. «L'evoluzione normativa degli ultimi decenni si era caratterizzata per la estrema proliferazione dei modelli processuali - si legge nel comunicato diffuso al termine del Cdm -, avvenuta spesso in assenza di un disegno organico e all'insegna della ricerca di formule procedimentali capaci di assicurare la celerità nella definizione dei giudizi. Questo fenomeno si è rivelato, nel tempo, fattore di disorganizzazione del lavoro giudiziario, unanimemente individuato come una delle cause di disfunzioni dei giudizi civili e di rilevanti difficoltà interpretative per tutti gli operatori del diritto». Con l'attuazione della delega, chiarisce ancora la nota, «si attua una chiara inversione di tendenza rispetto al passato, si razionalizza e si semplifica la normativa processuale introdotta dalla legislazione speciale».

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-09-01/processo-civile-libera-snellimento-113921.shtml?uuid=AaTJgf0D

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