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  • UN ANNO PER TAGLIARE I TRIBUNALI

    Il ministro Nitto Palma presenta una delega sulla geografia giudiziaria - PROVE DI FEDERALISMO - Gli enti locali potranno evitare la soppressione degli uffici dei giudici di pace facendosi carico della globalità dei costi Gioca d'anticipo il nuovo ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma. Mentre il pacchetto di emendamenti del Governo verrà presentato oggi, il Guardasigilli (come anticipato dal Sole 24 Ore nell'intervista del 13 agosto e poi il 19 agosto) ha depositato ieri al Senato in commissione Bilancio la prima proposta ufficiale dell'Esecutivo di correzione alla manovra. Una densa delega che prevede tagli e accorpamenti dei piccoli tribunali e delle procure, la razionalizzazione degli uffici dei giudici di pace, un federalismo giudiziario bonsai che coinvolge direttamente gli enti locali nelle spese per la conservazione/erogazione del servizio giustizia. Insomma, l'intelaiatura di una piccola rivoluzione più volte invocata da chi lamenta i confini spesso ancora preunitari delle nostre circoscrizioni giudiziarie (vedi, per esempio, il proliferare in Piemonte di piccoli tribunali). Obiettivo il recupero di efficienza da ottenere anche attraverso una migliore distribuzione delle risorse e risparmi attesi per un'ottantina di milioni. Nitto Palma avrà 12 mesi di tempo a disposizione (ma nei 2 anni successivi saranno possibili ulteriori modifiche) per riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, tenendo conto di alcuni criteri base come l'estensione, il numero degli abitanti, i carichi di lavoro e le sopravvenienze, la specificità territoriale e la "variabile" criminalità organizzata. Il restyling della geografia giudiziaria partirà, com'è ovvio, dagli uffici di primo grado, ma terrà ferma la presenza del tribunale ordinario nei circondari dei Comuni capoluogo di provincia. Investite dalla ristrutturazione saranno invece le sezioni distaccate, oggi in totale 220, con un panorama che, alla fine dell'intervento, dovrà comunque assicurare in ogni distretto di Corte d'appello la presenza di almeno 3 degli attuali tribunali con relative procure. Con riferimento a queste ultime, poi, la delega si propone di ridefinire «l'assetto territoriale degli uffici requirenti non distrettuali, tenuto conto della possibilità di accorpare più uffici di procura indipendentemente dall'eventuale accorpamento dei relativi tribunali, prevedendo in tali casi che l'ufficio di procura accorpante possa svolgere le funzioni requirenti in più tribunali». A essere interessati potrebbero essere una sessantina di uffici del pm. Tagli anche agli uffici dei giudici di pace non circondariali, in tutto 681. Con un'inedita possibilità di salvezza, però. Infatti l'emendamento prevede che entro 60 giorni dalla pubblicazione degli elenchi degli uffici dei magistrati onorari da cancellare o accorpare possono scendere in campo gli enti locali interessati per conservare il servizio sul territorio. Non certo a costo zero. Perché l'eccezione è condizionata al fatto che l'ente locale si faccia carico delle spese di funzionamento e di erogazione, compresi i costi per l'indispensabile personale amministrativo. A carico del ministero della Giustizia resterebbe così solo la «determinazione dell'organico del personale di magistratura onoraria di tali sedi entro i limiti della dotazione nazionale complessiva, nonché la formazione del personale amministrativo». Caute (per ora) le reazioni dell'opposizione. Con Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, che rivendica di avare introdotto il tema delle circoscrizioni giudiziarie nel dibattito sulla manovra, ma «viste le posizioni di forte ostilità da parte della stessa maggioranza» si chiede se quello di Nitto Palma non sia un ballon d'essai che serve solo a perde altro tempo. Più convinta l'adesione del Terzo Polo che, in una nota dei capigruppo di Udc e Mpa al Senato, Gianpiero D'Alia e Giovanni Pistorio, e del vice-capogruppo di Fli-Api a Palazzo Madama, Candido De Angelis, scrive di primo passo positivo per il confronto in Parlamento. Ma determinante, visto anche il peso della categoria in Parlamento, sarà l'atteggiamento degli avvocati. Se il Cnf ribadisce la necessità di una giustizia vicina al cittadino e si riserva di valutare dopo aver preso visione dei numeri del ministero, l'Oua dopo una riunione con i rappresentanti degli Ordini forensi minori ha scritto una lettera al ministro per contestare lo strumento della delega e il mancato confronto preventivo con le rappresentanze dell'avvocatura. A volere tacere poi delle severe critiche ai presupposti stessi dell'intervento che, per gli avvocati, muovono da una presunzione di inefficienza, smentita dai dati, a carico dei piccoli uffici giudiziari.
    Fonte : Ilsole24ore

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