Rassegna di normativa, dottrina, giurisprudenza

Ricerca in Foro di Napoli
  • Cassazione: Barca finisce sulle rocce? La Regione paga i danni

    Amministrazione responsabile per le carte nautiche sbagliate
    La carta nautica è sbagliata e un motoscafo finisce sulle rocce? Se l'incidente è avvenuto in un lago o in un fiume i danni deve pagarli la Regione. Anche se la mappa con l'errore è firmata dalla Marina militare. A richiamare le amministrazioni regionali alle proprie responsabilità nel controllo delle cosiddette "acque interne" è la Cassazione con una sentenza che ha capovolto l'esito di una causa civile che da 16 anni vede contrapposti il proprietario di un motoscafo naufragato sul Lago Maggiore e la Regione Piemonte. I giudici della terza sezione civile della suprema Corte, con la sentenza 8692, hanno annullato con rinvio la sentenza della Corte d'appello di Torino che nel 2004, confermando una precedente decisione del tribunale di Verbania, aveva affermato che l'errore nella segnalazione dei fondali del lago "non era addebitabile alla Regione" dal momento che "la cartografia ufficiale proviene dalla Marina militare" alla quale va il compito di "redigere le carte nautiche ufficiali" sia marine, sia lacustri e fluviali. La Cassazione ha invece ricordato ai giudici di merito che "la navigazione nelle acque interne rientra nelle attribuzioni normative'' delle Regioni previste "dagli articoli 117 e 118 della Costituzione". Anzi, sottolineano i giudici, proprio il Piemonte nel 1995 ricorse alla Corte costituzionale per difendere le competenze in questo settore contro norme dello Stato che violavano tale autonomia. In pratica, "la competenza regionale" sulla navigazione interna ha come conseguenza che dell'esattezza delle segnalazioni finalizzate a garantire la sicurezza "risponde tout court la Regione nel cui territorio ricadono le acque". Tuttavia la Cassazione precisa che ciò non impedisce all'amministrazione di "agire in rivalsa" nei confronti del responsabile degli errori che hanno provocato la richiesta di danni alla Regione. La vicenda riguarda Fabio C. che il 6 maggio 1990, a bordo del suo motoscafo, è finito su alcune rocce affioranti in un tratto del Lago Maggiore dove, invece, secondo le carte nautiche avrebbero dovuto esserci almeno due metri di profondità. Tre anni dopo comincia la causa per decidere sul risarcimento dei danni e sia in primo che in secondo grado lo sfortunato capitano ha la peggio. Nonostante Fabio avesse anche dimostrato che proprio in conseguenza di quel naufragio la regione Piemonte, con una delibera dell'aprile 1991, aveva deciso di realizzare "opere di segnalamento del pericolo rappresentato da rocce affioranti". Ma la Cassazione ha imposto ai giudici d'appello di rivedere la propria decisione, richiamando l'attenzione anche sul fatto che la carta nautica ufficiale si basava su rilievi eseguiti addirittura nel 1887. Dunque proprio l'amministrazione ha il dovere di verificare se nel frattempo ci sono state modifiche nei fondali. E' proprio il caso di dire che le Regioni devono preoccuparsi anche dei marinai d'acqua dolce.
    fonte apcom

0 comments:

Leave a Reply