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  • CASSAZIONE: figli in motorino senza casco? Colpa dei genitori: non li hanno educati

    ROMA (23 aprile) - I ragazzi che in motorino non mettono il casco è perché non sano stati bene educati dai loro genitori, quindi, in caso di incidente, per la Cassazione sono mamma e papà a dover pagare i danni. Applicando questo principio, al terza Sezione civile (sentenza 9556) ha respinto il ricorso di Salvatore e Anna N., genitori di un ragazzo di Potenza che, nell'agosto del '90, quando ancora non aveva compiuto i 18 anni, alla guida del proprio ciclomotore senza indossare il casco su una strada provinciale ad Avigliano, si scontrava con la vespa sulla quale c'era Rocco M., un giovane che moriva alcuni giorni dopo l'incidente.

    Riconosciuta la responsabilità di Vito N. per il 70%, la Corte d'Appello di Potenza, nel marzo 2005, condannava i suoi genitori a risarcire i famigliari di Rocco per i danni morali patiti, oltre alle spese sostenute dai genitori del ragazzo deceduto per l'incidente, imponendo loro anche di pagare al 50% le spese processuali.

    Una decisione condivisa in pieno da piazza Cavour che, nel respingere il ricorso di Salvatore e Anna N., ha evidenziato come «lo stato di immaturità, il temperamento e la cattiva educazione del minore possono desumersi anche dalle modalità del fatto ed è pacifico che il figlio non indossava il casco». Scrivono infatti i supremi giudici che in base all'articolo 2048 C.c. i genitori di un minorenne hanno «doveri di natura inderogabile finalizzati a correggere comportamenti non corretti e, quindi, meritevoli di costante opera educativa, onde realizzare una personalità equilibrata, consapevole della relazionalità della propria esistenza e della protezione della propria ed altrui persona da ogni accadimento consapevolmente illecito».

    Ora, dice la Cassazione, data «una certa dimestichezza con i veicoli» che Vito N. aveva nonostante fosse minorenne, è evidente che il fatto che non indossasse il casco fosse da attribuirsi alla «cattiva educazione» impartita dai genitori. Poco importa, come hanno tentato di difendersi loro, se il ragazzo avesse avuto due esperienze lavorative. Questo, dice piazza Cavour, «non è sufficiente a fornire la prova liberatoria della presunzione della culpa in educando». Insomma, conclude la Suprema Corte, il fatto che il ragazzo non avesse il casco dimostra che non «era stata impartita al figlio un'educazione normalmente sufficiente ad impostare una corretta vita di relazione in rapporto al suo ambiente, alle sue abitudini, alla sua personalità».
    Fonte Il Messaggero

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