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  • INCHIESTA: Le avvocatesse bolzanine non riescono a incassare Un corso per farsi pagare

    MONDO FORENSE - Le «toghe in rosa» troppo sensibili ai problemi dei clienti. Guadagnano un terzo rispetto ai colleghi
    BOLZANO. Guadagnarsi da vivere facendo l'avvocato non è semplice, diventa ancora più difficile se si è donna. L'Alto Adige non è un'eccezione. Il rilievo statistico è emerso da uno studio commissionato dall'ente previdenziale degli avvocati italiani): a parità di parametri (età e territorio) è risultato che l'avvocato donna guadagna mediamente non più di un terzo di quello che riescono ad incassare i colleghi uomini. Tra le cause, la sensibilità a considerare le difficoltà dei clienti.
    Come detto il dato è nazionale ma un sondaggio specifico ha confermato che la situazione in Alto Adige non è assolutamente diversa rispetto al resto d'Italia. Con quale conseguenza? Che in provincia di Bolzano l'Ordine forense, presieduto dall'avvocatessa Maria Carmela Carriere, ha deciso di correre ai ripari appoggiando una iniziativa del comitato pari opportunità. Per il prossimo 27 ottobre è stato così organizzato un corso che si terrà presso la sala «Calabrone» dell'istituto tecnico Galilei di via Cadorna a Bolzano. Tema centrale dell'iniziativa: «Come riuscire a farsi pagare dai clienti». In effetti il problema di molte avvocatesse è di gestione del cliente sotto il profilo economico. Sembra appurato che il cliente di un avvocato-donna sia meno incline a mettere in preventivo parcelle di un certo peso, rispetto a quanto invece avviene per avvocati uomini, soprattutto se considerati «principi del foro». Il problema è capire per quale motivo un cliente, a parità di preparazione e prestazione professionale, non sembra disposto a spendere la stessa cifra che spenderebbe per l'assistenza legale di un avvocato uomo. «Abbiamo individuato almeno due o tre cause di questa situazione - spiega l'avvocatessa Maria Carmela Carriere - Le avvocato donne si occupano prevalentemente di diritto di famiglia e diritto minorile. Si tratta di una materia meno redditizia rispetto al più vasto complesso dell'attività forense». Questo però è solo un aspetto del problema. L'altra faccia della medaglia riguarda la minore capacità dell'avvocato donna di essere «cattiva» o intransigente con il proprio cliente sul fronte dei pagamenti. Insomma la donna in toga è troppo sensibile ed è portata a comprendere i problemi economici dei clienti. Soprattutto in questo periodo di crisi è sempre più difficile farsi pagare e le avvocatesse scontano la loro minore capacità di essere dure e risolute in fase di incasso delle parcelle. Di qui la decisione di organizzare il corso riservato alle sole «toghe in rosa». Il compito di indurire il buon cuore delle avvocatesse altoatesine è stato affidato alla dottoressa Samantha Gamberini, giurista ed esperta di comunicazione.
    fonte l'espresso - local alto adige

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