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  • Consigli giudiziari: Libro bianco del Cnf sulla effettiva partecipazione degli avvocati

    Consistente l’apporto sulla organizzazione degli uffici giudiziari ma niente feed-back sulle segnalazioni sulla professionalità dei magistrati


    Roma. Il 60% dei Consigli dell’Ordine forense ha avanzato osservazioni sulla formazione delle tabelle, contribuendo così fattivamente all’organizzazione degli uffici giudiziari. Mentre, nonostante il 72% ha dichiarato di aver inviato segnalazioni sulla professionalità dei magistrati, non è più stato informato dai Consigli giudiziari circa l’esito di tali segnalazioni.
    Più in generale, l’apporto degli Ordini forensi rispetto alle attività dei Consigli giudiziari è significativo laddove la legge di riforma dell’ordinamento giudiziario (legge n.150/2005) ha previsto un loro contributo diretto, come nell’organizzazione degli uffici giudiziari. I contorni sfumano e la partecipazione dell’avvocatura diventa più ardua nei casi in cui la legge stessa ha previsto un ruolo secondario rimettendosi per lo più alla prassi e ai regolamenti degli stessi Consigli giudiziari (organi di autogoverno locali della magistratura).
    La fotografia del reale apporto che l’avvocatura garantisce all’assetto della funzione giudiziaria attraverso la partecipazione diretta ai consigli giudiziari è stata scattata dal Consiglio nazionale forense che ha elaborato in un Libro bianco le risposte a un questionario inviato ai Consigli dell’Ordine e agli avvocati nominati consiglieri giudiziari dal Cnf, proprio per monitorare la situazione e rilevare i problemi applicativi della nuova legge.
    “Il Libro bianco sarà la base per successive osservazioni e proposte che il Cnf si riserva di presentare per rafforzare il ruolo dell’avvocatura nei Consigli giudiziari in modo che partecipi a pieno titolo a tutte le delibere di loro competenza”, ha dichiarato il presidente del Cnf Guido Alpa. I
    l Libro bianco è stato commentato nel corso di un incontro organizzato a Roma ieri con i referenti dell’avvocatura nei Consigli giudiziari, coordinato dal consigliere Andrea Mascherin, in vista della più estesa giornata di studio indetta per oggi dal Consiglio superiore della magistratura.
    Il documento di proposta. Al termine dei lavori, è stato predisposto un documento condiviso che è stato illustrato oggi alla riunione presso il Csm. Il documento si basa su tre linee portanti: la richiesta di garantire ai componenti designati dal Cnf una partecipazione paritaria con i componenti togati ai lavori dei Consigli giudiziari su tutti gli argomenti di loro competenza, come la valutazione di professionalità dei magistrati e nomina e conferma dei magistrati onorari e giudici di pace. In secondo luogo, il documento chiede di assicurare il più ampio coinvolgimento dei Consigli dell’Ordine. Infine, sottolinea la necessità di migliorare l’efficienza dei consigli giudiziari. Dal canto suo, il Cnf si farà promotore di un percorso di formazione interna indirizzata ai Consigli dell’Ordine ed agli iscritti, per sensibilizzarli sulla importanza di una piena partecipazione a questi organismi. Le proposte approvate ieri trovano una conferma alla luce dell’esperienza, registrata nel Libro bianco.
    Le risposte al questionario da parte dei Consigli dell’Ordine. Il 60% dei Consigli dell’Ordine forense (Coa) si è avvalso della facoltà di proporre osservazioni alle tabelle, contribuendo così alla organizzazione degli uffici giudiziari. Così come il 75% ha inviato segnalazioni sull’andamento degli uffici e su eventuali disfunzioni. Alla domanda se l’avvocatura ha fatto pervenire segnalazioni sulla professionalità dei magistrati, sia tramite i Coa che per il tramite di singoli avvocati, l’indagine rileva che il 72% dei Coa ha risposto affermativamente: il 55% delle segnalazioni ha riguardato i parametri di professionalità della capacità e della diligenza; il 45% il parametro della laboriosità, il 30% delle segnalazioni hanno avuto ad oggetto fatti incidenti l’esercizio non indipendente e imparziale della funzione. Ma nonostante l’avvocatura abbia risposto con responsabilità a questo input legislativo, l’effettività della previsione è tutta da verificare visto che gli Ordini di regola non sono informati sull’esito, circostanza questa che “sminuisce l’utilità dello strumento”. Solo una piccola percentuale (l’8% degli Ordini che hanno risposto) ha dichiarato di essere stata coinvolta nella consultazione per il conferimento di incarichi semidirettivi e direttivi e mai sono state richieste osservazioni ai presidenti per il passaggio di magistrati dalla funzione giudicante a requirente e viceversa. Inoltre i Coa sono coinvolti raramente dalle procure sulla formazione dei criteri organizzativi. Solo il 16% ha risposto positivamente alla domanda se avesse ricevuto richieste di informazioni sul giudizio di idoneità alla nomina o conferma delle funzioni di giudice di pace; percentuale che raddoppia con riferimento alle funzioni di magistrato onorario. Difficile, rileva l’indagine, è la conoscibilità dell’attività dei Consigli giudiziari da parte dei Coa: circa un quarto degli Ordini non sono messi in grado di sapere quali saranno gli argomenti in discussione davanti ai Consigli giudiziari; tale percentuale va affiancata a quella maggiore (70%) che non riceve alcune notizia del’attività svolta e delle delibere assunte; il 75% non viene informato sull’esito delle segnalazioni inviate.
    L’esperienza dei consiglieri giudiziari designati dal Cnf. Il 75% ha risposto che l’esperienza è senz’altro positiva ma in alcune situazioni locali si sconta una ostilità preconcetta. Abbastanza garantita è la comunicazione dell’ordine del giorno anche se spesso non viene inviato quello con la indicazione degli affari rimessi alla composizione ristretta. Piuttosto, nel 50% dei casi non è comunicato il verbale. Frequentemente, gli avvocati sono relatori delle pratiche sulle tabelle. Ma i componenti laici non sono ammessi nella stragrande maggioranza dei casi ad assistere alla trattazione degli affari di competenza del Consiglio in composizione ristretta.

    Claudia Morelli
    Responsabile Comunicazione e rapporti con i Media
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    E mail: claudiamorelli@consiglionazionaleforense.it

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