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  • Carenze strutturali e organiche alla sezione distaccata

    A Marano cause a rischio, il giudice Di Giglio: «Se non si interverrà entro la fine dell'anno a gennaio salteranno moltissime udienze penali»
    GIUGLIANO. "Le istituzioni continuano a ignorare i nostri appelli, ci hanno abbandonati al nostro destino. Siamo alla paralisi". Il j'accuse del giudice Margherita Di Giglio, responsabile della sezione distaccata del Tribunale di via Nuvoletta, arriva all'indomani dell'approvazione dell'ordine del giorno con cui il Consiglio comunale si è rivolto al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, affinchè adotti tutti i provvedimenti necessari atti a scongiurare la chiusura del presidio giudiziario cittadino, sollecitata nei giorni scorsi dal presidente del Tribunale di Napoli, Carlo Alemi, a causa delle gravi carenze strutturali e di personale amministrativo. Richieste che, secondo la titolare del Tribunale di Marano, sono destinate a rimanere lettera morta: "Allo stato non riusciamo a scorgere nessuna prospettiva positiva - rincara la dose il giudice Di Giglio - Il ministro della Giustizia ci ha detto chiaramente che dobbiamo ritenerci fortunati perchè a Marano non vi sarà alcun taglio di organico. Quanto ai problemi di carattere strutturale (barriere architettoniche, mancanza di uscite di sicurezza, condizionatori e gabbie per i processi penali), i tempi per la realizzazione di una nuova sede, così come in un primo tempo era stata paventata dall'amministrazione cittadina, o per il ripristino della palazzina sgomberata nella scorsa primavera si preannunciano troppo lunghi". Una concomitanza di fattori negativi, acuiti dalla mancata apertura del Tribunale metropolitano di Giugliano, che rischia di mandare in fumo centinaia di processi in appello. "La Corte d'Appello continua a richiederci i fascicoli dei processi - sottolinea la Di Giglio - Ma con soli otto dipendenti in servizio, alcuni dei quali prossimi al pensionamento, è impossibile fare fronte all'enorme mole di lavoro. Se non si interverrà entro la fine dell'anno - conclude - a gennaio salteranno moltissime udienze penali". Un rischio avallato da numeri che sembrano lasciar ben poco spazio all'ottimismo: sono 10mila infatti le cause civili pendenti, mentre quelle penali superano le 3mila e trecento.

    http://www.internapoli.it/articolo.asp?id=17025

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