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  • Perquisita la sede Dia di Napoli. I Pm: «Centrale di spionaggio all'antimafia»

    All'interno della Direzione investigativa di Napoli (Dia) c'era una centrale di spionaggio, composta da alcuni agenti che acquisivano notizie riservate e svolgevano attività di investigazioni illecite per conto di privati.
    La nuova inchiesta dopo la scoperta della «talpa». È l'ipotesi degli inquirenti della procura di Napoli che oggi hanno disposto una serie di perquisizioni. L'indagine - alla quale sta partecipando la stessa Dia su delega dei magistrati - è scaturita da una «tranche» dell'inchiesta sulla gestione di appalti a Napoli nel corso della quale nei mesi scorsi fu arrestato un sostituto commissario della Dia di Napoli che avrebbe «copiato» alcuni file riservati sulla vicenda appalti da un computer della Dia partenopea.
    La scoperta durante l'indagine «Global Service». L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dai pm della Dda Vincenzo D'Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli. Si tratta di uno stralcio della indagine principale su presunte irregolarità negli appalti a Napoli originata dalla vicenda Global Service. Gli inquirenti della Dda ipotizzano nei provvedimenti eseguiti oggi il reato di associazione per delinquere finalizzata alla interferenza illecita nella vita privata e nell'accesso abusivo al sistema informatico.
    Segreti d'ufficio per indagini private. A quanto si è appreso, alcuni agenti della Dia avrebbero utilizzato illegalmente informazioni del loro ufficio su indagini in corso. Inoltre avrebbero agito su commissione di soggetti privati con pedinamenti e utilizzando foto e riprese video. I magistrati parlano di una struttura «permanente» che avrebbe agito «stabilmente» allo scopo di raccogliere informazioni sulla vita privata di alcune persone. L'indagine è nella sua fase iniziale.
    Tariffario per le inchieste private. Secondo quanto emerso da indiscrezioni, sarebbero ora in corso alcuni interrogatori di agenti indagati. Non si sa, al momento, chi siano i committenti delle indagini private e quale fosse lo scopo ultimo di tali investigazioni illecite. Gli inquirenti avrebbero sequestrato anche una sorta di «tariffario» che era in possesso di uno degli agenti coinvolti nell'inchiesta. Si farebbe riferimento anche a una tariffa di 50 euro all'ora per un pedinamento.
    L'arresto del sostituto commissario. La vicenda dell'esistenza di una presunta centrale di spionaggio all'interno della Dia sarebbe venuta alla luce in seguito all'arresto di Giuseppe Savarese, sostituto commissario, accusato di essersi introdotto nel sistema informatico per acquisire informazioni riservate. Le notizie coperte da segreto erano relative al nuovo filone scaturito dal Global Service, ovvero le irregolarità negli appalti inseriti nel cosiddetto Piano Sicurezza a Napoli e in provincia. Savarese è tuttora detenuto e risulterebbe anch'egli indagato con l'accusa di far parte del sodalizio dedito allo spionaggio.
    Nuovi indagati nell'inchiesta. Le perquisizioni eseguite oggi, a quanto si è appreso, sono state disposte nei confronti di un altro sostituto commissario della Dia di Napoli, nonchè di un agente di polizia in servizio alla procura di Napoli e di un privato cittadino. Già nell'ottobre scorso, nel provvedimento cautelare nei confronti di Savarese, il gip aveva sottolineato che si rafforzava «il convincimento in ordine all'esistenza di una più ampia rete di soggetti coinvolti nella vicenda».

    fonte http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=87496&sez=NAPOLI

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