Nelle gare di appalto legittima la richiesta, alle imprese candidate, di misure di sicurezza lavoro più stringenti rispetto a quelle previste dalla legge. Infatti la stazione appaltante può prevedere “requisiti di partecipazione più rigorosi” rispetto a quelli sanciti dall’ultimo testo unico.
Lo ha stabilito il Tar della Lombardia che, con una decisione di ieri (si veda link sotto) ha respinto il ricorso di un’azienda che era stata esclusa da una gara perché non aveva fornito, fra l’altro, il nome del rappresentante della sicurezza.
Secondo la difesa dell’impresa l’esclusione era illegittima perché i requisiti richiesti erano ancora più stringenti rispetto a quelli previsti nel nuovo testo unico sulla sicurezza lavoro.
In particolare, hanno motivato i giudici, “in tema di appalto la stazione appaltante ha la facoltà di prevedere requisiti di partecipazione più rigorosi di quelli indicati dalla legge, purché non discriminanti ed abnormi rispetto alle regole proprie del settore, potendo fissare requisiti di partecipazione ad una singola gara, anche più rigorosi e superiori a quelli previsti dalla legge. In particolare è legittima l’apposizione di vincoli stringenti in tema di sicurezza sul lavoro, la cui violazione può ripercuotersi gravemente, oltreché sugli interessati, anche in danno della stessa stazione appaltante”.

fonte cassazione.net