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  • Finge di vendere l'azienda di calzature per sfuggire alle tasse: arrestato. Con l'accusa di concorso in bancarotta coi titolari avvocato napoletano posto ai domiciliari

    Decisione del gip presso il Tribunale di Napoli su richiesta dei PM Woodcock e Piscitelli

    Una vendita simulata dell'azienda per aggirare i creditori. Una presunta truffa smascherata dalla Procura di Napoli. A farne le spese è l'avvocato napoletano Paolo Pannella, di 55 anni, oggi sottoposto agli arresti domiciliari. L'accusa è di concorso in bancarotta fraudolenta. La misura cautelare è stata imposta dal gip del Tribunale di Napoli Luisa Toscano, su richiesta dei pubblici ministeri Enzo Piscitelli ed Henry John Woodcock.

    IL FALLIMENTO - L’inchiesta giudiziaria ha preso le mosse dal fallimento, dichiarato il 25 luglio 2007 dal Tribunale di Napoli, su richiesta della stessa società, della Fratelli Campanile srl, azienda leader dell’artigianato della calzatura, con un passivo di oltre dieci milioni di euro per debiti verso l’erario ed enti previdenziali. Dalle indagini svolte dalla Guardia di Finanza e da una serie di relazioni del curatore fallimentare, è emerso che nel 2006 la società Campanile, già in fase di sofferenza, aveva trasferito per un milione di euro il proprio marchio alla società P&B International Reaty, con sede legale nel Deleware (Usa) e domicilio fiscale a Napoli. In realtà - secondo l’accusa - si trattò di una vendita simulata, in quanto la società acquirente era risultata comunque riferibile a Cristiano Campanile, amministratore delegato della società venditrice. Ispiratore dell’operazione - secondo i pm Woodcock e Piscitelli, ma sarà poi il magistrato giudicante a dire l'ultima parola - sarebbe stato l’avvocato Pannella, legale di fiducia e consulente della famiglia Campanile, ma anche procuratore speciale della P&B International Reaty.

    ALTRE ALIENAZIONI - Nel corso dell’inchiesta è anche emerso che vari macchinari industriali della Campanile furono venduti alla Cami e poi rivenduti ad un’altra società, la Cris, pure riconducibile allo stesso Cristiano Campanile. Nei riguardi di quest’ultimo - indagato nell’inchiesta - il gip Toscano, accogliendo la richiesta dei pm, ha disposto la misura cautelare interdittiva del divieto di svolgere l’attività di amministratore della Cris.

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