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Risponde di lesioni il padrone del cane rinchiuso che azzanna un passante
Il padrone del cane che morde un passante dall'interno del recinto in cui è rinchiuso, approfittando di un apertura nella barriera di recinzione, risponde di lesioni personali colpose, anche se l'animale non era libero, essendo suo preciso dovere controllare che non sia in condizioni di danneggiare gli estranei. Lo ha affermato la Corte di Cassazione nella sentenza 20054 di ieri, accogliendo il ricorso della procura di Catania contro l'assoluzione dei proprietari di un cantiere in cui era rinchiuso un cane. L'animale aveva azzannato una donna mentre passava accanto all'area, riuscendo a intrufolarsi attraverso un'apertura della recinzione. I padroni del cane, accusati di lesioni personali colpose, erano stati assolti in appello. I giudici di merito sottolineavano infatti che il cane non solo non rientrava tra le categorie di cani pericolosi indicati dalla legge, ma era anche chiuso in un apposito recinto. La Suprema Corte ha però smentito la tesi della Corte d'Appello, dando ragione al procuratore, affermando la necessità di una verifica della condotta degli imputati sotto il profilo dell'adeguatezza della custodia del cane, e l'irrilevanza del fatto che il cane non fosse indicato come "razza pericolosa". La Cassazione ha quindi concluso che l'onere di custodia dell'animale grava "sui soggetti che, disponendo del cane e del terreno in cui il cane risiede, devono provvedere affinché gli animali in esso rinchiusi con funzione di custodia o altra tollerata funzione, non producano lesioni personali agli altri".
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