Rassegna di normativa, dottrina, giurisprudenza

Ricerca in Foro di Napoli
  • Mediaconciliazione, l'Oua sul piede di guerra

    L’Organismo Unitario dell’avvocatura (Oua), raccogliendo le proteste dei consigli degli ordini forensi di tutta Italia ha varato un calendario di proteste (partono il 16 settembre) contro il sistema di mediaconciliazione obbligatoria varato dal ministero di Giustizia, ma dal Guardasigilli non arriva alcun segnale che testimoni una volontà di riapertura del confronto. Per Maurizio de Tilla, presidente Oua «è stato varato dal Ministero un sistema allucinante di media-conciliazione formulata contro i diritti dei cittadini che subiranno con certezza gravissimi pregiudizi».
    Per l’Oua il decreto legislativo sulla media-conciliazione è basato su una inconcepibile “cultura del sospetto” nei confronti dell’operato degli avvocati.  «Altro che inserire il soggetto Avvocatura più incisivamente nella Costituzione- sottolinea il presidente dell’Oua - con la media-conciliazione si è andato nel segno opposto, con buona pace degli annunciati propositi del ministro Alfano».
    «Si sono ignorati i contenuti della Direttiva Europea – spiega de Tilla - e lo stesso testo della legge delega, il Governo (nonostante il parere contrario espresso dalla Commissione Giustizia del Senato e in dispregio al dettato costituzionale) ha emanato un decreto legislativo: che non prevede nella fase di media-conciliazione l’assistenza necessaria dell’avvocato;    che pone l’avvocato in una situazione di sfiducia e di sospetto prescrivendo una obbligatoria dichiarazione scritta del cliente sull’avvenuta informativa; che fissa la media-conciliazione obbligatoria per più dell’ottanta per cento dei processi, che rimarranno, di conseguenza, paralizzati almeno per un anno, con ulteriore discredito della giustizia e, quindi, dell’avvocatura; che non individua nel mediatore un soggetto dotato di preparazione giuridica; che infine – ciliegina sulla torta – affida a questa imprecisata e ibrida figura il potere di formulare un progetto di accordo che, se non viene accettato, può produrre effetti penalizzanti per la difesa giudiziaria del cittadino».
    L’Oua ancora una volta ribadisce che la media-conciliazione obbligatoria contravviene a principi elementari di diritto:
    perché determinerà un più difficile accesso alla giurisdizione da parte del cittadino;
    perché determinerà un ulteriore dilatamento dei tempi (almeno un anno) per la presentazione della richiesta di giustizia al giudice;
    perché determinerà un aumento degli oneri e una lievitazione dei costi, tutti a carico del cittadino;
    perché costituirà un ulteriore strumento dilatorio per la parte inadempiente che non ha alcuna volontà di conciliare la lite;
    perché appare, sul piano sistematico, in totale disarmonia con aspetti processuali e tecnici con l’effetto perverso di un probabile corto circuito per innumerevoli domande.

    Per de Tilla «l’errore dei magistrati e dei consulenti del Ministero è ritenere che i sistemi di risoluzione alternativa della controversie costituiscano una alternativa alla giurisdizione ordinaria che non funziona. In realtà costituiscono solo uno dei modi di risoluzione delle controversie che i cittadini potranno scegliere volontariamente e non coercitivamente. La diffusione degli strumenti alternativi deve, pertanto, ritenersi direttamente proporzionale al livello di efficienza del sistema giudiziario».

    «L’avvocatura – conclude - in tutte le sue componenti istituzionali, politiche ed associative, ha avanzato alcune proposte di modifica del decreto legislativo sulla media-conciliazione. E l’OUA ha trasmesso all’attenzione del Ministro della Giustizia un articolato di norme da modificare. Fino ad oggi c’è stato assoluto silenzio ed è probabile che nulla cambi perpetuandosi così scelte autoritarie e poco credibili per la sollecita definizione delle controversie».

    http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4086&Itemid=1

0 comments:

Leave a Reply