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  • Per la conciliazione rischio di avvio frenato

    Rischia di sgonfiarsi uno dei principali incentivi alla conciliazione. Il regolamento del ministero della Giustizia, ormai in vista della pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale», possibile per l'inizio della prossima settimana, non prevede l'obbligatorietà della formulazione della proposta di mediazione alle parti. Tutto è invece affidato al regolamento dell'ente di conciliazione. Che potrà stabilire il vincolo o escluderlo.

    Il punto è che così verrà depotenziata una delle misure, l'eccezione al principio di soccombenza (per cui può essere chiamata a pagare le spese del giudizio anche la parte vincitrice, nel caso in cui abbia in precedenza rifiutato una proposta di accordo di contenuto analogo alla sentenza), che, insieme agli incentivi fiscali, doveva servire da pungolo alla conclusione degli accordi.

    La situazione è emersa con chiarezza al convegno organizzato da Isdaci (Istituto scientifico per l'arbitrato, la mediazione e il diritto commerciale) che si è svolto ieri pomeriggio a Milano nell'aula magna di Palazzo di giustizia. Il chiarimento è stato fornito dal capo dell'Ufficio legislativo del ministero della Giustizia, Augusta Iannini, che inoltre, sul versante dei costi del procedimento, ha spiegato che, nell'ultima versione del testo, sono state leggermente innalzate le indennità da versare ai conciliatori pubblici, ma che, in caso sia dimostrata l'esistenza dei requisiti per l'accesso al gratuito patrocinio, l'indennità ai mediatori non sarà dovuta.

    E, se Stefano Azzali della camera arbitrale di Milano ha tenuto a sottolineare che la conciliazione non dovrà essere vissuta come un passaggio burocratico, Giovanni Deodato, presidente Isdaci, ha ricordato la necessità di «una valutazione rigorosa dell'accreditamento degli enti di formazione e una scelta scrupolosa da parte dei professionisti verso coloro che danno più garanzie di elevati standard qualitativi».

    Ieri è di nuovo uscito allo scoperto il Cnf che, in un parere tecnico inviato all'ufficio legislativo del ministero, ha chiesto la modifica di alcuni passaggi del regolamento. Che viene inquadrato in un contesto di «latente sfiducia» di cui, per il Cnf, sono stati oggetto i legali, escludendo l'assistenza tecnica nel corso del procedimento. Nel dettaglio il Cnf chiede un rafforzamento dei requisiti di preparazione dei mediatori: non basta la laurea breve o l'iscrizione a Ordini professionali, compresi quelli che non richiedono neppure il diploma di laurea.

    Nel mirino del Cnf anche la disciplina della procedura che il regolamento fissa in maniera estremamente dettagliata, dimostrando di ignorare quell'informalità che dovrebbe accompagnare tutto l'iter della conciliazione. Infine, andrebbero fissate tariffe minime obbligatorie per coprire le spese di funzionamento degli enti.

    http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2010-10-07/conciliazione-rischio-avvio-frenato-115725.shtml?uuid=AYB9BbXC

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