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  • «Nessun rischio per le procedure stragiudiziali»

    Già nel 2003, nel corso del congresso di Palermo, si era espresso in difesa della riserva dell'avvocato nel campo dell'assistenza e della consulenza legale. Anche allora si discuteva della riforma dell'ordinamento forense. Sono passati sette anni e Paolo Giuggioli, presidente dal 1996 dell'ordine degli avvocati di Milano, non ha cambiato idea. Il tempo trascorso è solo lì a dimostrare che l'esigenza di un riordino della materia è più viva che mai.

    Presidente, allora questo grido di allarme sulla riserva legale?
    Beh, va innanzitutto ricordato che la riserva di consulenza e assistenza riguarda le sole questioni che abbiano carattere giuridico. E, comunque, la sua introduzione è forse una delle cose più serie per le quali ci siamo battuti. Prima di tutto per una questione di qualità della consulenza e poi per dare all'attività dell'avvocato la giusta forma di serietà. Non si può andare da un altro professionista a chiedere, per esempio, se è possibile fare una determinata cosa per poi recarsi in un secondo momento dall'avvocato. Perché è quest'ultimo che bisogna contattare prima di altri per tutelare un diritto o un interesse legittimo.

    Sta forse difendendo il territorio?
    Non si tratta di questo. Il fatto è che in questi ultimi tempi abbiamo assistito al mantenimento da parte di alcune categorie di tutte le loro attività, in altri casi addirittura alla sottrazione di prerogative di altre categorie professionali. Si pensi al dibattito sull'attribuzione ai notai delle separazioni e dei divorzi consensuali. E c'è poi un altro elemento da considerare, i numeri della categoria che cresce ormai verso la quota delle 300mila unità.

    Torniamo al tema principale. Non vede rischi per le procedure conciliative stragiudiziali come quelle davanti ai Corecom?
    Non c'è alcun rischio. Ma solo la continuità di quello che è stato fatto finora. I meccanismi conciliativi, come quello dell'Agcom, non subiranno nessun contraccolpo, possiamo starne certi.

    Anche le associazioni dei consumatori non vedono di buon occhio la riserva legale.
    Quanto detto vale anche per loro. Le procedure che non richiedono la presenza dell'avvocato andranno avanti come prima, né più né meno. Per le altre, bisogna considerare che spesso le stesse associazioni hanno al loro interno legali che svolgono tali attività di consulenza e assistenza. Altrimenti, ci sono sempre quei 300mila a cui accennavo prima...
    http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2010-12-27/nessun-rischio-procedure-stragiudiziali-084903.shtml?uuid=AYynF1uC

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