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  • In studio il business cala del 30%

    I professionisti stringono la cinghia. Secondo le stime degli ordini italiani, negli ultimi due anni i redditi dei professionisti si sono ridotti anche del 30 per cento. Un trend che, denunciano i professionisti, è destinato a mantenersi anche per i prossimi anni producendo, da qui al 2015, un'ulteriore limatura dei redditi con decurtazioni in parcella fino ad un quarto. Le cause principali sono la crisi economica e la guerra dei prezzi che si è scatenata a seguito della liberalizzazione che, fra le altre cose, ha prodotto ribassi fino al 70% o, come per i geologi, riduzioni di reddito, dal 2008 ad oggi, del 30 per cento.
    Per ingegneri, architetti, geologi e periti il calo di guadagni è connesso alla crisi del settore costruzioni. «Un settore – spiega Massimiliano Pittau, direttore del centro studi del Consiglio nazionale degli Ingegneri – che se nel 2008 produceva un giro d'affari per i professionisti di 21 miliardi di euro, adesso ne vale 16. Questo ha determinato una forte limatura dei redditi che si sono ridotti, dal 2007, del 15,5%».
    Secondo una ricerca condotta da Nomisma per conto di Confprofessioni Emilia-Romagna sulla base dei dati delle rispettive casse di previdenza, dopo i notai (il cui reddito medio individuato dagli studi di settore del 2009 si aggirava intorno alle 280mila euro) sono i commercialisti i professionisti che nel 2011 hanno guadagnato di più con una media annuale di circa 62.160 euro. Seguono gli avvocati (48.805 euro), i medici (46.187 euro), gli ingegneri (37.648 euro) e i periti industriali (35mila euro).
    «I provvedimenti adottati per rilanciare l'economia – chiarisce Maria Paglia, presidente di Confprofessioni Emilia-Romagna – non sono sufficienti. Ben vengano le condizioni per esercitare le professioni in regime di libera concorrenza ma è parimenti necessario ampliare il mercato e non ridurlo. Mi riferisco, solo per citare un esempio, alla riduzione dei componenti del collegio sindacale per i commercialisti revisori. Si tratta di un provvedimento che da un lato fa risparmiare le imprese ma dall'altro svilisce la funzione di controllo che sta alla base dell'istituto».
    L'erosione dei redditi colpisce categorie fino a poco tempo fa considerate intoccabili come, ad esempio quella dei medici. «Prevediamo che il blocco quadriennale dei contratti – spiega il presidente della FnomCeo, Amedeo Bianco – produrrà, da qui ai prossimi 5 anni, una riduzione dei redditi del 20%». Una stima analoga è stata fatta dall'ordine degli avvocati. «Il depauperamento delle professioni – chiarisce Guido Alpa presidente del consiglio nazionale forense – potrebbe mettere a rischio l'aggiornamento professionale che comporta costi elevati legati, ad esempio, all'acquisto di libri, all'iscrizione ai corsi oppure ai viaggi».
    Nello scenario di sempre più libera concorrenza, l'ordine dei commercialisti di Bologna individua, nella comunicazione, uno strumento fondamentale per qualificare l'operato del professionista iscritto all'albo. «Solo per i commercialisti iscritti all'Ordine – chiarisce Gianfranco Tomassoli, presidente dell'ordine bolognese – l'aggiornamento professionale è obbligatorio. I cittadini questo devono averlo ben presente».

    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Norme%20e%20Tributi/2009/casse-previdenza-bilanci/cassa-commercialisti/2012/03/06/15_C.shtml?uuid=2dd83a36-6758-11e1-91b8-738ea083fcb2&DocRulesView=Libero

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