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  • Conto svuotato, gli avvocati chiedono i danni alla banca

    Un anno e mezzo fa la scoperta del maxi ammanco. L’Istituto: «Il nostro sistema non è stato violato». Cariveneto citata in giudizio per «mancata vigilanza» PADOVA — Un anno e due mesi, giorno più giorno meno. Tanto è passato da quel fine maggio dell’anno scorso in cui il conto che l’Ordine degli avvocati di Padova aveva alla Cassa di Risparmio del Veneto veniva svuotato da un hacker - stando alle inchieste - che, grazie alla sua abilità informatica e a un giro pazzesco su piattaforme e banche europee e non, metteva a segno un colpo da 441mila euro. In quest’anno e due mesi, e mentre le Procure facevano il loro corso, le duellanti si sono spesso guardate in cagnesco, a colpi di «non abbiamo sbagliato noi». E adesso, mentre una parte dei soldi (67mila euro) è stata trovata in giro per la rete di pagamenti e restituita agli avvocati, il guanto di sfida è stato definitivamente lanciato, e raccolto. Perché Ordine degli avvocati di Padova e Cassa di Risparmio del Veneto si troveranno l’una di fronte all’altro il prossimo 16 gennaio, quando davanti al giudice civile di Padova prenderà il via la causa intentata dalle toghe alla banca per la «mancata vigilanza », che secondo i legali degli avvocati è costata all’ordine patavino lo svuotamento delle casse. Il ricorso degli avvocati è stato depositato nelle scorse settimane ed è stato iscritto a ruolo lunedì: alla Cassa di Risparmio del Veneto i legali chiedono la restituzione dei 370mila euro che ancora mancano all’appello, oltre a un risarcimento di 50mila euro per danni non patrimoniali in forza del fatto che l’indagine, ora passata da Padova alla Distrettuale Antimafia di Venezia competente per i reati informatici, non ha evidenziato la responsabilità di nessun iscritto all’Ordine di Padova. «Siamo stati costretti a farlo - commenta Lorenzo Locatelli, presidente dell’Ordine - perché la banca in questo tempo non ci ha restituito i nostri soldi. Fare causa è un nostro diritto, ora sarà un giudice a decidere». Para l’affondo e rimanda le accuse al mittente la Cariveneto, che in uno stringatissimo comunicato stampa dice «Come già affermato in diverse occasioni, il nostro sistema non è stato violato e non presenta problemi di sicurezza. Siamo quindi fiduciosi che questo emergerà anche nel corso della vertenza ». Non resta altro da fare che attendere il 16 gennaio e le prossime udienze per sapere come andrà a finire la parte di una storia che ha tutti i crismi per diventare il copione di un vero giallo. Quattro i bonifici emessi tramite home banking in una settimana, tra martedì 15 maggio e martedì 22 maggio (sempre di notte, forse per ridurre la possibilità di controllo), dal conto dell’Ordine degli avvocati fino in Olanda e Polonia. Tre sono andati a buon fine: 241.873,13 euro il 15 maggio in favore della Siemens Health Care sul conto Ing Direct in Olanda; 99.725,53 euro il 17 maggio sul conto di tale Ros Bud Pawell Konarzewski, alla City Bank di Varsavia (Polonia); e 99.873,65 euro diretti sempre alla City Bank di Varsavia sul conto di un certo Markus Newiadonski. Mentre è stato bloccato, dal sistema antifrode, un bonifico da 99.274 euro per l’Olanda. Con il sistema antifrode dell’istituto di credito che, è la tesi degli avvocati, non ha funzionato a dovere e che avrebbe avvertito i responsabili del conto solo a cose fatte il 23 maggio, quando la banca ha contattato il tesoriere dell’Ordine (l’avvocato Carla Secchieri, ndr) per chiedere il disconoscimento di tre bonifici effettuati nei giorni precedenti attraverso l’home banking. I soldi però erano già usciti a parte, come detto prima, un quarto bonifico da 99.274 euro per l’Olanda: l’unico bloccato sul nascere. http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/25-luglio-2013/conto-svuotato-avvocati-chiedono-danni-banca-2222328739491.shtml

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