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  • Femminicidio, la Cassazione fa le pulci al dl

    Per la Suprema corta sono stati compiuti "importanti passi avanti", ma vi sono comunque perplessità soprattutto in merito allo stalking e alle ricadute sui minori Il decreto sul femminicidio segna importanti passi avanti, "prevedendo inedite misure precautelari e meccanismi di tutela della persona offesa" e introducendo come "più rilevante novità" la irrevocabilità della querela. Lo segnala la Cassazione in una relazione illustrativa sulla legge. Sotto alcuni profili però "andrebbe rafforzato, in particolare per quanto riguarda il reato di atti persecutori, il cosiddetto stalking, e le ricadute sui minori".
    Suscita "qualche perplessità - segnala infatti la Suprema Corte nella sua disamina del decreto legge approvato dal governo l'8 agosto - il fatto che il decreto non abbia previsto un'aggravante per il reato di atti persecutori commessi in presenza di minori analoga a quella predisposta per i maltrattamenti commessi alla presenza di minori di 18 anni, ossia la 'violenza assistita'". Per questa, infatti, il testo stabilisce l'aumento di un terzo della pena, soppesando quindi "il complesso di ricadute di tipo comportamentale, psicologico, fisico, sociale e cognitivo, nel breve e lungo termine, sui minori costretti ad assistere ad episodi di violenza domestica e soprattutto a quelli di cui è vittima la madre". Manca invece la "previsione di analoga aggravante con riguardo al reato di atti persecutori, che presenta ugualmente natura abituale e la cui consumazione può dunque obbligare (e l'esperienza insegna che di fatto spesso obbliga) minori ad assistere a comportamenti parimenti pericolosi per il loro corretto sviluppo psicologico".

    Un rilievo analogo viene mosso a partire dall'aggravante introdotta per il reato di violenza sessuale in cui la vittima sia il coniuge, anche se separato o divorziato. Un punto che è stato a lungo dibattuto in giurisprudenza su cui "il legislatore dell'urgenza ha dunque rotto ogni residuo indugio ed ha soprattutto riconosciuto la specifica gravità della violenza sessuale perpetrata come manifestazione di dominio all'interno di un rapporto di coniugio o affettivo ovvero come strumento di 'persecuzione' successivo alla rottura di tali rapporti". "Scelta che peraltro il decreto - obietta però la Cassazione - non ha replicato con altrettanta decisione con riguardo al delitto di atti persecutori".

    Il decreto legge apporta anche una serie di modifiche la codice di procedura penale a supporto delle novità introdotte. Modifiche che riguarda le varie fasi del procedimento, dalle misure cautelari all'incidente probatorio, ma che nel loro svolgimento e nella tempistica "non sempre si distinguono per coerenza sistematica". http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1113715/femminicidio-la-cassazione-fa-le-pulci-al-dl.shtml

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