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  • Via al nuovo redditometro: per l’accertamento basta un gap del 20% con il dichiarato. Sì al contraddittorio doppio

    Oltre cento voci nel mirino del fisco, in primis la casa: ma contano solo le «spese certe» dal 2009. La circolare e il piano operativo delle Entrate
    Diventa finalmente operativo il nuovo redditometro con le circolari 24 e 25/2013 delle Entrate sull’accertamento sintetico e con le istruzioni operative contro l’evasione fiscale (cfr. i testi come documenti correlati).
    Verifiche incrociate
    Il Fisco si dota così di uno strumento molto potente per il recupero a tassazione, che consente di controllare il tenore di vita dei contribuenti su un centinaio di voci: in primis la casa e la famiglia, dal mutuo alla spesa per la badante. Ma attenzione, puntualizza l’Agenzia, le contestazioni saranno fatte solo su «dati reali», raccolti dagli incroci fiscali. Insomma: i fari sono puntati sugli scostamenti significativi tra reddito dichiarato e capacità di spesa manifestata, ma l’accertamento scatta soltanto se il gap è di almeno il 20 per cento. In ogni caso si fa riferimento a informazioni presenti nell’anagrafe tributaria o nella dichiarazione dei redditi e non terrà si conto delle spese medie Istat, che quindi non saranno prese in considerazione nel calcolo del divario tra il reddito dichiarato e quello ricostruito. Pesano invece, e tanto, le uscite per mantenere i beni come l’abitazione e i mezzi di trasporto, la quota relativa agli incrementi patrimoniali e quella del risparmio formatasi nell’anno fiscale. Il piano operativo 2013 di lotta all’evasione, dal canto suo, prevede controlli differenziati tra lavoratori autonomi, piccole, medie e grandi imprese. Saranno verificati gli enti non commerciali e le onlus per vedere eventuali abusi di regimi privilegiati. Il metodo che debutta oggi si applica ai redditi dichiarati dal 2009.
    Confronto e difesa

    Se è vero che il nuovo strumento a disposizioni del Fisco risulta più occhiuto, va detto pure che raddoppia il confronto con il contribuente. Fin dal primo incontro con l’amministrazione il cittadino può dare spiegazioni sugli elementi di spesa individuati e sul suo reddito. E dimostrare che gli esborsi sostenuti nell’anno sono state finanziati con redditi esenti oppure soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta oppure con redditi legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile. Il soggetto finito nel mirino delle Entrate può inoltre fornire prove dirette secondo cui le spese certe addebitategli hanno un ammontare diverso o che sono state sostenute da terzi. Se le sue spiegazioni “difensive” sono esaustive, il controllo si chiude nella prima fase. Diversamente scatta un nuovo invito al contraddittorio, con la quantificazione del maggior reddito accertabile e delle maggiori imposte e la proposta di adesione ai contenuti dell’invito. Soltanto se il Fisco e il contribuente non riescono a trovare l’accordo, l’ufficio emette l’avviso di accertamento.

    http://www.telediritto.it/index.php/novita-legislative/5219-via-al-nuovo-redditometro-per-l-accertamento-basta-un-gap-del-20-con-il-dichiarato-si-al-contraddittorio-doppio

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