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  • Tribunale Napoli, Alemi lascia dopo 8 anni: dal Ministero mai un aiuto

    Il Presidente resterà reggente fino all’arrivo del successore. Era il 18 luglio 2006: Carlo Alemi, magistrato di lungo corso, noto in particolare per le indagini sulle Brigate Rosse, sulla Nuova Camorra Organizzata di Cutolo e sul sequestro Cirillo, facevo il suo ingresso nel Tribunale di Napoli. Da numero uno. Dopo 5 anni trascorsi da Procuratore della Repubblica a Caserta, 8 alla guida del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, era stato nominato dal Consiglio Superiore della Magistratura come Presidente di uno dei più grandi e complessi uffici giudiziari d’Italia. Non a caso Palazzo dei Marescialli aveva scelto lui: integerrimo, innamorato del senso di Giustizia, piglio manageriale e incline al dialogo ma anche decisionista. Oggi è l’ultimo giorno da Presidente del Tribunale di Napoli e con il VELINO Alemi traccia un bilancio. “E’ troppo difficile racchiudere 8 anni intensi in poche parole” chiarisce subito. Partiamo allora dalla più grande difficoltà incontrata: “Sotto il piano operativo è stata dover gestire, prima ancora di insediarmi, il trasferimento al Centro Direzione del settore civile e amministrativo. Dal punto di vista gestionale invece, ripristinare regole disattese come le tabelle che non erano mai state approvate (per tabelle s’intende l’organizzazione degli uffici, allocazioni magistrati e distribuzione fascicoli, fissazioni udienze ndr). Non si faceva un concorso interno da anni, al contrario di quanto disponeva la legge, senza contare ferie mal gestite e orari di udienze”. Alemi proprio sulle udienze ha avviato un ‘rivoluzione’ non condivisa dagli avvocati napoletani che arrivano a scioperare. “Io mi sono ritrovato con il trasferimento al Centro Direzionale dove le udienze si svolgevano su 29 piani: con pochi ascensori e mal funzionanti, l’attesa era di un’ora circa. Era impossibile continuare ad avere udienze solo il martedì e giovedì così le spalmai su tutti i giorni della settimana. Sapevo – continua Alemi - che ci sarebbero state proteste, ma sapevo anche che era l’unica decisione da prendere”. Le amarezze non sono mancate. “Mi ha fatto profondamente dispiacere la mancanza di collaborazione da parte di altri uffici come il Ministero della Giustizia e la Corte d’Appello, a fronte del mio impegno costante a migliorare il Tribunale, a diminuire le pendenze e i tempi di durata delle cause. Ma nessun rimpianto, ho dato il massimo e i risultati sono stati raggiunti a cominciare dalla diminuzione delle pendenze”. In 8 anni di presidenza, Alemi si è confrontato con diversi Ministri della Giustizia: “Non ho mai avuto risposte soddisfacenti senza contare che nel 2013 si è arrivati addirittura (Guardasigilli Cancellieri ndr) alla Riforma della geografia giudiziaria che coinvolgeva il mio ufficio, senza essere coinvolto nella procedura. Pensiamo alla costituzione del Tribunale di Napoli nord a costo zero, con le risorse del Tribunale di Napoli”. Il rapporto migliore: “Con il personale amministrativo e con i miei collaboratori che non mi hanno mai fatto mancare il loro apporto personale e professionale, In particolare i referenti informatici”. Qual è il futuro ora di Carlo Alemi? Un bel periodo di ferie perché è “molto stanco” a settembre riprenderà a guidare il Tribunale come reggente, fino all’arrivo del suo successore. “Poi studierò cosa fare da grande”. Fin qui le dichiarazioni di al VELINO ma c’è un episodio che può descrivere bene Carlo Alemi. Pochi giorni dopo la nomina, arrivò al Tribunale di Napoli per prendere possesso dell’ufficio. All’ingresso venne fermato dalla Penitenziaria per fare i controlli di sicurezza. Aveva con sé una borsa da lavoro. All’altezza dei metal dector un agente gli disse: “Scusi dove va?” lui sorrise e rispose “Al Tribunale”. Il poliziotto di tutela che lo accompagnava appena si rese conto dell’incidente ‘diplomatico’ corse verso il collega addetto agli ingressi e sotto voce gli disse “Oh! E’ il nuovo Presidente del Tribunale”. L’altro sbiancò in un sol colpo. Alemi sorrise, posò la sua borsa sul metal detector e rivolgendosi all’imbarazzato poliziotto disse: “non si preoccupi, sono uno come tanti”. fonte http://www.ilvelino.it/it/article/2014/07/18/tribunale-napoli-alemi-lascia-dopo-8-anni-dal-ministero-mai-un-aiuto/cdb70892-4d67-49f9-ae67-512769dc3381/

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