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  • Avvocati: come rinunciare alla Cassa Previdenza entro 90 giorni

    Manca poco perché diventi operativo l’obbligo, imposto agli avvocati iscritti all’Albo, di comunicare alla Cassa forense l’intenzione di cancellarsi, se non vogliono o non possono pagare i contributi. Se ciò non avverrà, scatterà l’iscrizione coattiva (ossia d’ufficio) alla cassa di previdenza: iscrizione, peraltro, con effetti retroattivi a partire dal 1° gennaio 2014, come previsto dalla legge forense! Con la conseguenza che il (giovane) legale si vedrà recapitare le richieste di pagamento da parte dell’ente di previdenza senza aver fatto alcunché, richieste che possono essere anche particolarmente esose. Una situazione che lascia in bilico le sorti di circa 50mila avvocati rimasti fuori perché hanno un reddito inferiore ai 10.300. È questo l’effetto della pubblicazione in “Gazzetta Ufficiale” del Regolamento [1] che detta le condizioni agevolate per l’iscrizione alla Cassa. Chi non vuole essere iscritto “coattivamente” dovrà comunicare alla Cassa, entro 90 giorni,l’intenzione di cancellarsi anche dall’albo; in assenza si procederà con l’iscrizione d’ufficio. Verranno effettuate verifiche per appurare che la rinuncia all’albo ci sia stata davvero e che il legale non eserciti più effettivamente la professione. Dall’altro lato, scatteranno le procedure per il recupero dei contributi maturati e mai pagati da un gran numero di legali. Le condizioni agevolate offrono una possibilità di salvezza anche a 30mila legali già iscritti alla Cassa ma a rischio cancellazione perché non raggiungono il reddito previsto. Il Regolamento, esteso a tutti i legali in difficoltà e non più destinato, come in origine, solo agli under 35, prevede un pagamento di 700 euro l’anno come contributo soggettivo, anziché 2.800, ovvero un quarto della contribuzione minima. Chi vuole può coprire anche l’anno 2013. Ovviamente il trattamento previdenziale sarà ridotto in proporzione a quanto versato, restando ferma una copertura totale nei casi di malattia grave o di calamità, eccezioni in cui può scattare anche l’esenzione di un anno. Ma anche il trattamento agevolato non sembra in grado di scongiurare del tutto il rischio di numerose cancellazioni e di placare la protesta che serpeggia sui social network. A temere che nella tagliola possano finire anche i legali più “deboli” è la presidente dell’Associazione nazionale giovani avvocati Nicoletta Giorgi. Intanto l’Aiga comunica che il prossimo 19 settembre avrà un incontro con la Cassa per discutere sui contenuti del regolamento assistenza che stanno predisponendo. Per Nunzio Luciano molte paure sono fondate su campagne strumentali di disinformazione con le quali si è alterata la realtà. ”Chi voleva fare l’avvocato sottobanco, non potrà farlo più. Sono molti ad esempio gli iscritti all’Albo che fanno gli insegnanti pur facendo cinque o sei cause l’anno, senza versare alla Cassa. Chi teme la scrematura deve sapere che, se fosse passata la linea, proposta da una minoranza dell’avvocatura, di applicare una contribuzione più elevata, ci sarebbe stata una falcidia. È paradossale che a lamentarsi siano proprio i maggiori beneficiati. Con l’obbligo dell’iscrizione contestuale Albo-Cassa non abbiamo fatto altro che allinearci alle altre professioni”. Il Regolamento riguarda anche i professionisti che hanno il titolo di avvocato ma svolgono altre attività: i commercialisti come i consulenti del lavoro non potranno più scegliere tra una cassa o l’altra, ma manterranno la doppia iscrizione versando a ciascun istituto i relativi redditi. http://www.laleggepertutti.it/54745_avvocati-come-rinunciare-alla-cassa-previdenza-entro-90-giorni

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