Rassegna di normativa, dottrina, giurisprudenza

Ricerca in Foro di Napoli
  • Divorzio, i tribunali puntano su separazioni «soft» e procedure veloci

    In attesa dell'ok definitivo al divorzio breve, dalle aule giudiziarie arrivano stimoli volti ad accelerare la tempistica delle separazioni. O comunque a rendere più soft la fase del distacco. Ecco che, per evitare successive controversie, sempre più pronunce riconoscono validità agli accordi di separazione, nell'intento di ridurre i casi in cui la crisi coniugale sfoci in una vera e propria guerra processuale. Guerra in cui, se il bottino è la casa o l'assegno, i figli diventano spesso un'incolpevole vittima dei brutali contrasti tra i genitori. È preferibile, dunque, che il coniuge giochi d'anticipo, e stipuli intese economiche volte a chiudere i conti con l'ex. Questi accordi agevolano la strada a una separazione consensuale, che resta la soluzione migliore per tutti. Non ogni patto, però, come insegnano le sentenze e come vedremo, può ritenersi legittimo. Ancora nel senso di un netto taglio dei tempi, i giudici non mancano di ricordare che la coppia può intanto separarsi, e poi, in una causa a sé, discutere di questioni più controverse, quali l'assegno o la titolarità dei beni. Circostanze in cui è preferibile chiedere una sentenza parziale che pronunci la separazione, data da cui inizieranno a decorrere i tre anni (o sei o 12 mesi, se la riforma in discussione in Parlamento sarà approvata definitivamente) per avanzare richiesta di divorzio. articoli correlati. Non solo. Il divorzio breve, a ben vedere, è già realtà in alcune ipotesi specifiche. Lo si apprende dalle più recenti sentenze, intervenute ad affermare la possibilità che a questo iter più veloce possano accedere sia gli stranieri che abbiano contratto matrimonio in un Paese dove ciò sia consentito sia le coppie che si sono sposate in Italia, ove a permetterlo sia la legge nazionale di uno dei consorti. Va segnalato che – per evitare il moltiplicarsi di vertenze, successive alla causa di separazione o di divorzio, e volte a ottenere la revisione di un assegno quantificato, a suo tempo, in base a redditi non effettivi delle parti – si può ricorrere alle indagini tributarie. E, se l'accesso ai documenti fiscali del coniuge porrà evidenti problemi, va da sé che per far luce sulle reali entrate dell'ex, specialmente se titolare di azioni o amministratore societario, non resterà che affidare il compito alla polizia tributaria, che agirà se autorizzata dal giudice. http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2014-08-22/i-tribunali-puntano-separazioni-soft-e-procedure-veloci--092039.shtml?uuid=ABaLLPmB

0 comments:

Leave a Reply