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  • La Corte di giustizia europea: più trasparenza su aumenti di luce e gas

    Prima di ogni aumento di prezzo, i consumatori di luce e gas devono essere informati circa i motivi, le condizioni e la portata dell'incremento. Di conseguenza viola le direttive «energia elettrica» e «gas» lo Stato che – come la Germania – non ha una normativa che preveda una simile informazione.
    Lo ha stabilito la Corte di giustizia europea con la sentenza sulle cause riunite C 359/11 e C 400/11. La Corte federale tedesca era stata infatti investita di due controversie tra clienti e fornitori di energia elettrica e di gas in merito a diversi aumenti di prezzo apportati tra il 2005 e il 2008. Questi clienti, che rientrano nell'obbligo generale di approvvigionamento (clienti soggetti a tariffa standard), ritenevano gli aumenti eccessivi e basati su clausole illegali. articoli correlati La normativa tedesca vigente all'epoca dei fatti stabiliva le condizioni generali dei contratti conclusi con i consumatori e le integrava direttamente nei contratti conclusi con i clienti soggetti a tariffa standard. Essa consentiva ai fornitori di modificare unilateralmente i prezzi dell'elettricità e del gas senza indicare il motivo, le condizioni e la portata della modifica, ma garantendo al contempo che i clienti fossero informati dell'aumento e potessero eventualmente recedere dal contratto. In risposta alle questioni della Corte federale tedesca, la Corte di giustizia ha stabilito, con la sentenza di oggi, che la direttiva «energia elettrica» 2003/54 e la direttiva «gas» 2003/55 non ammettono una normativa nazionale (quale quella tedesca) che determina il contenuto dei contratti di fornitura dell'energia elettrica e del gas conclusi con i consumatori nell'ambito dell'obbligo generale di approvvigionamento e consente ai fornitori di modificare la tariffa della fornitura, ma che non garantisce che i consumatori siano informati in tempo utile prima dell'entrata in vigore di tale modifica, circa i motivi, le condizioni e la portata della medesima. La Corte ha rilevato che queste due direttive obbligano gli Stati membri a garantire un elevato livello di tutela dei consumatori riguardo alla trasparenza delle condizioni generali di contratto. La Corte ha dichiarato che, oltre al diritto di recedere dal contratto (previsto dalle direttive in caso di revisione di prezzo), i clienti devono anche avere il diritto di contestare la revisione. Per poter beneficiare pienamente ed effettivamente di questi diritti e di decidere con piena cognizione di causa di recedere dal contratto o di contestare la revisione del prezzo della fornitura, i clienti rientranti nell'ambito dell'obbligo generale di approvvigionamento devono essere informati, in tempo utile prima dell'entrata in vigore della revisione, circa i motivi, le condizioni e la portata della medesima. La Corte ha respinto la richiesta di limitare quanto più possibile le conseguenze finanziarie della sentenza, e non ne ha quindi limitato gli effetti nel tempo. Essa osserva in proposito che non è stato dimostrato che rimettere in discussione rapporti giuridici che hanno esaurito i loro effetti nel passato perturberebbe retroattivamente l'intero settore della fornitura dell'energia elettrica e del gas in Germania. Pertanto l'interpretazione delle direttive 2003/54 e 2003/55 si applica a tutte le modifiche tariffarie intervenute durante il periodo di vigenza delle direttive. http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2014-10-23/la-corte-giustizia-europea-piu-trasparenza-aumenti-luce-e-gas-124306.shtml?uuid=ABB2yz5B

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