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Cassazione: il marito tollera l'infedeltà della moglie? Deve continuare a mantenerla anche da divorziata
Il marito che tollera l'infedelta' della moglie deve continuare a mantenerla anche da divorziati. Il mantenimento non deve cessare nemmeno se lei si e' rifatta una vita con una persona facoltosa. Parola di Cassazione che ha stabilito che un marito di Vicenza, Adriano Z. separatosi dalla moglie dopo 24 anni di matrimonio, dovra' continuare a mantenerla con un assegno divorzile di 1.300 euro al mesenonostante lei, Lauretta F., per i 12 anni precedenti la loro separazione avesse avuto un amante.
Secondo piazza Cavour che ha convalidato la decisione della Corte d'Appello di Venezia del 31 agosto 2007, il silenzio di Adriano sulla relazione adulterina della moglie e' come se in pratica equivalesse ad un assenso alla relazione. Quindi l'uomo dovra' continuare a mantenere la ex moglie, che oltretutto si e' rifatta una vita con un facoltoso agente di commercio.
Una casalinga tutt'altro che disperata, Lauretta F., che come ricostruisce la sentenza 12419 della prima sezione civile nel 1970 si era sposata con Adriano Z. e, pur avendo un diploma da ragioniera, non aveva mai fatto grandi lavori nella vita se non dedicarsi saltuariamente alla vendita "di prestigiosi aspirapolveri". Nonostante Lauretta non lavorasse aveva una "intensa vita sociale e sportiva" che, come avevano sottolineato i giudici di merito, aveva contribuito ad "ampliare le opportunita' professionali per il marito" che, nonostante il tradimento della moglie continuava a mantenerla ad un tenore di vita molto alto con "svaghi propri di una elite di persone facoltose".
Proprio per questo al momento della separazione il tribunale di Vicenza, ottobre 2003, aveva addirittura condannato Adriano Z. a mantenere Lauretta con un assegno divorzile di oltre 2.500 euro mensili. Somma ridotta a 1.300 euro al mese dalla Corte d'appello di Venezia nell'agosto 2007. Inutilmente Adriano, che alla ex avrebbe voluto dare soltanto 350 euro al mese, ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che la ex ormai aveva una stabile convivenza con un uomo molto facoltoso e che in ogni caso non era vero che fosse a conoscenza e avesse tollerato la relazione extraconiugale della moglie.
Piazza Cavour ha respinto il ricorso di Adriano Z. e ha sottoscritto quasi per intero il giudizio dei colleghi di merito. In particolare la Suprema Corte ha fatto notare ad Adriano che "non poteva essere negato l'apporto personale di Lauretta alla conduzione famigliare, intesa pure come attenzione e dedizione alle varie esigenze del coniuge e della prole, dal momento che cio' in effetti corrisponde a notorie propensioni affettive e dedizioni anche organizzative proprie del contesto famigliare, della cui mancanza o insufficienza, Adriano non era risultato essersi in precedenza doluto o avere risentito nocumento, conscio o meno che fosse della da lui asserita infedelta' della moglie".
Dunque adriano Z. dovra' continuare a mantenere la moglie che lo aveva tradito durante il matrimonio e che ora ha una "stabile convivenza more uxorio con persona che risulta facoltosa".
fonte adnkronos
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