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  • Antitrust: nel 2008 inflitte sanzioni per 37 milioni di euro

    Nel 2008 sono state inflitte dall'Antitrust garante della concorrenza e del mercato sanzioni amministrative per un valore complessivo di oltre 37 milioni di euro a seguito di 249 procedimenti avviati e conclusi relativi a pubblicità ingannevole e pratiche commerciali scorrette.
    Un dato che nell’anno in corso potrebbe essere superato e che spinge le imprese a darsi da fare per trovare una via d’uscita economicamente sopportabile. Tra cui, perché no, anche l‘idea di appoggiare una riforma normativa che doti l’Antitrust del potere per rilasciare, dietro pagamento di un diritto amministrativo, un parere e preventivo di conformità della pratica non ancora avviata o del messaggio non ancora diffuso alle norme del codice del consumo. Una scelta normativa che, soprattutto in momenti di vacche magre, sarebbe minor male rispetto al rischio di uscire con una comunicazione che poi finisce per portare ad una condanna economica ben superiore. Le cifre sulle multe inflitte nel 2008 sono state comunicate nel corso di un interessantissimo seminario internazionale sul tema delle “Pratiche commerciali sleali: esperienze e procedure nei paesi Ue”. L'Italia, si è evidenziato, è stato il primo Paese dell'Unione Europea, nel 2007, a recepire la direttiva sulle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno. “Le pratiche commerciali scorrette - è emerso nell'incontro tecnico - sono purtroppo all'ordine del giorno, specialmente in questi ultimi anni in cui tumultuoso è stato anche lo sviluppo degli acquisti online; le logiche della pubblicità fanno leva sull'emozione e sui desideri, soprattutto se i destinatari sono soggetti vulnerabili. Il consumatore deve invece poter aver gli strumenti idonei per una scelta consapevole”. Che fare quindi per porvi rimedio? Si diceva della possibilità, più che concreta, di porre mano al testo del codice del consumo. E’ quanto auspica da tempo il Presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà, e che ora, per iniziative del Senatore Lucio Malan, prende corpo attraverso un emendamento al disegno di legge di conversione del decreto salva infrazioni n. 1784, presentato in Commissione affari costituzionali, introduce un apposito articolo (27 quinques) al testo del codice del consumo (dlgs 205/2005). L’istanza di interpello all’Antitrust per chiedere un provvedimento di conformità del messaggio o della pratica prevede il versamento contestuale di un contributo pari al 3xmille del proprio fatturato, come risulta dall’ultimo bilancio di esercizio approvato. Insomma, si pagherà prima, e di meno, per non vedersi multati di più dopo. (F.U.)
    fonte pubblicitaitalia

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