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Cassazione: Sentenza contro i dialers parassiti
I programmi ".exe", insieme a spam, lotterie e false vendite, sono le truffe più pericolose. A nostra insaputa, gonfiano le bollette telefoniche
Dialers, spamming, catene di email, fantomatiche lotterie o concorsi a premi, false vendite. Sono solo alcune delle tante truffe che affollano la rete Internet. Sempre più in crescita appare l’agguato dei dialers, programmi (files «.exe») che connettono l’utente, a sua insaputa, a numeri telefonici a pagamento. E lo fanno disconnettendo il modem dal provider, per poi ricollegarlo a numeri che fanno lievitare la bolletta telefonica. Solitamente si tratta di numeri che iniziano con 709, 899, 166.
Programmi che a volte impostano la connessione automatica a numeri internazionali tipo +00773), e che una volta scaricati e lanciati, indirizzano il pc ad aree riservate dove si possono scaricare loghi, suonerie, sfondi per il computer, software, musica mp3, filmati e immagini pornografiche, ad un costo medio che arriva fino a 2,5 euro+iva al minuto.
Alcuni siti web che propongono i dialers sono obbligati a comunicare che la connessione è a pagamento, altrimenti sono perseguibili per legge, ma fanno praticamente di tutto per nascondere e rendere poco chiara tale informazione. Se ad esempio per scaricare 10 loghi e suonerie per il cellulare ci vogliono circa 60 minuti di connessione e, ad un costo medio di 3 euro iva inclusa al minuto, significa che la spesa finale sarà di 180 euro; oppure, se per scaricare qualche software o qualche brano Mp3 ci vuole mediamente un’ora e mezza, ad un costo medio di 3 euro iva inclusa al minuto. La spesa finale? Circa 270 euro. Con qualche euro o addirittura gratis, si possono scaricare brani Mp3 navigando su siti web qualificati.
Ma una sentenza della Cassazione ha dato nuove speranze a coloro che vogliono combattere questi "parassiti della Rete" chiamati dialers, considerati i più aggressivi, capaci di far aumentare la bolletta di centinaia di euro. Molti di loro hanno provocato danni notevoli all’utenza telefonica. La Suprema Corte ha deciso che nel caso in cui l’utente contesti gli addebiti in bolletta Telecom, anche quelli relativi all’uso di numeri a pagamento per la connessione ad internet, la stessa Telecom Italia dovrà fornire i tabulati delle telefonate nella loro interezza. A tanti è poi accaduto, di fronte a certe bollette, di non aver pagato le fatture inviate da Telecom Italia e di aver subito conseguentemente il taglio della linea.
Per questo la Corte ha deciso che, quando c’è una contestazione degli addebiti, Telecom dovrà rinviare la disattivazione della linea per morosità fino alla fornitura dei tabulati completi delle chiamate. Sugli addebiti ingiustificati in bolletta, e in particolare su quelli relativi alle connessioni internet, si sono mosse due associazioni dei consumatori, Aduc e Adiconsum.
Secondo quest’ultima, riguardo la connessione ad Internet, vi sarebbero servizi, in particolare quelli legati al gioco d’azzardo o alla pornografia, che gonfiano le bollette degli utenti senza averne diritto.
Nel caso delle catene di email, queste possono andare oltre la semplice burla, per divenire una vera e propria truffa finalizzata alla raccolta di indirizzi per lo spamming (invio di grandi quantità di email indesiderate). È di questi giorni la notizia che la Commissione europea ha invitato i governi a imporre sistematicamente sanzioni severe contro i responsabili dello spamming, un flagello che colpisce attualmente il 65% degli europei (il 64% degli italiani), secondo un recente sondaggio.
Ci sono ad esempio i messaggi che promettono un cellulare gratis in cambio dell’inoltro, ad altri venti destinatari, dello stesso mssaggio. E per essere certi dell’avvenuta spedizione bisogna inviarne un’altra copia, con i 20 indirizzi in chiaro, ad un ulteriore indirizzo specificato nel corpo del testo. Ecco un modo veloce ed efficace per raccogliere senza fatica migliaia e migliaia di indirizzi di e-mail, pronti da usare per inviare spam. In certi casi l’indirizzo di raccolta non esiste affatto, come non esiste il cellulare in regalo.
Ogni tipo di catena costituisce comunque e sempre una miniera di indirizzi per gli spammer, perchè spesso questi messaggi giungono con la lista in chiaro di tutti i precedenti destinatari. A volte arrivano messaggi con decine e decine di indirizzi, o catene di oltre cento destinatari. Dunque è sempre bene avere attivo l’anti-spam e non aprile e-mail sospette. In certi siti poi, con la promessa di partecipare a lotterie e concorsi a premi, vengono richiesti i dati completi della persona (e-mail, sesso, età, residenza, ecc.), dati che hanno un valore commerciale molto superiore a quello di un semplice indirizzo di e-mail, ed il rischio che vengano usati in maniera impropria è sempre concreto.
Poi ci sono le false vendite: il commercio elettronico non è immune dal classico «pacco». Come in ogni vendita per corrispondenza, si corre il rischio che l’oggetto acquistato non risponda poi alle aspettative, o addirittura di pagare per non ricevere mai niente in cambio. Il rischio è tanto maggiore su Internet, dove è più facile per un truffatore nascondersi dietro l’anonimato.
Ormai in rete si può acquistare di tutto: dal software all’abbigliamento, dai libri alla spesa di prodotti bio, dalle prelibatezze gastronomiche ai prodotti pornografici. Shopping in rete dunque sì, ma con cautela, andando sui siti più noti e di comprovata serietà. Attenzione ai siti anonimi o illegali: i maggiori rischi si corrono sui siti pornografici, perchè molti utenti, dopo essere stati truffati, decidono di non sporgere denuncia per non dover ammettere di aver cercato di acquistare materiale pornografico. Inoltre, con l’aumento delle transazioni economiche on-line si accrescono proporzionalmente anche le frodi: siti clonati e casi di «phishing», fenomeno con cui i truffatori si fingono istituti bancari per carpire informazioni personali come account e password del correntista, frodi sugli acquisti effettuati in rete.
Un grave problema irrisolto è che la Polizia Postale, pur operando con dispendio di grandi energie e risorse umane, si scontra con il fatto che gran parte delle frodi vengono architettate e gestite dall’estero e che i colpevoli sono difficilmente rintracciabili al di fuori del territorio dello Stato.
C’è poi un nuovo sistema che si sta diffondendo online per truffare gli inserzionisti su Internet. Se si decide di vendere l’auto o la moto, e si mette un’inserzione nei vari portali di annunci che permettono ai privati di pubblicizzare i propri oggetti, attenti se si viene contattati da persone cordiali residenti all’estero che si mostrano interessate all’oggetto e che iniziano a chiedere informazioni su quando poterlo visionare dal vivo, che tipo di pagamento è richiesto e si fanno comunicare il nome, il cognome e i riferimenti completi.
Qualche giorno dopo si riceve a casa un assegno estero a volte superiore all’importo di vendita dell’oggetto. La maggior parte delle persone rimane un pò sopresa, ma al tempo stesso molti si lasciano prendere dalla ingannevole serietà dell’acquirente. Ma se si va in banca con l’assegno, ci si sente comunicare dall’operatore che ci vorranno dai 7 ai 20 giorni lavorativi per verificare l’assegno e la copertura dello stesso.
In questo periodo chi ha inviato l’assegno inizia a tempestare il venditore di telefonate per poter ritirare l’oggetto visto che è stato pagato e ci si ritrova addirittura minacciati di incorrere in problemi legali se non si fa fronte alla vendita. Purtroppo a cadere in trappola sono in tanti, che spaventati dalle pressioni consegnano l’auto o la moto; dopo qualche giorno la spiacevole sorpresa. La banca dirà che l’assegno è falso. Attenzione quindi quando si vuole vendere un’oggetto online.
fonte lastampa
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