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  • Cassazione: diagnosi di Aids sbagliata? Niente danno morale

    Lo spavento non può essere risarcito anche se è durato 7 giorni
    Aver creduto per sette giorni di avere l'Aids non dà diritto a nessun risarcimento. Soprattutto non rappresenta alcun danno morale. La discutibile affermazione della Corte d'appello di Bologna viene confermata dalla Cassazione. I giudici della terza sezione civile della Suprema Corte infatti, con la sentenza 7999, hanno respinto il ricorso di un uomo che per colpa di una diagnosi sbagliata di una casa di cura bolognese ha creduto di aver contratto l'Aids.

    Sette giorni più tardi però il laboratorio della struttura gestita dalle Piccole Suore della Sacra Famiglia, dove il giovane era ricoverato per la lesione del tendine d'Achille, ripete i controlli e si accorge dell'errore. Una volta passata la paura, il paziente ha chiesto un risarcimento per il «danno morale» rappresentato dall'aver vissuto per alcuni giorni con la convinzione di aver contratto una patologia gravissima. Ma sia i giudici di merito, sia la Cassazione, hanno stabilito che «sebbene sia comprensibile la gravissima agitazione» che in casi come questi si è costretti a vivere, «le abituali condizioni di vita» della vittima dell'errore non sono cambiate.

    Dunque, in sostanza, questo preteso danno morale non c'è dal momento che, per quanto con qualche preoccupazione, «la vita del ricorrente» non è cambiata. In pratica, la Corte richiama la precedente sentenza che ha affermato di voler cancellare il danno esistenziale come «autonoma tipologia di danno risarcibile» e ha affermato che in questo caso risarcire il danno morale, da solo, significherebbe risarcire il cosiddetto diritto alla felicità, del quale invece la Corte ha negato l'esistenza. Salvo però, come da ultimo nel caso della famiglia disturbata dal fumo proveniente dal bar sotto casa, a sostenere che può essere risarcito il diritto a «vivere liberamente la propria abitazione».

    Il «falso» ammalato di Aids è vero che ha avuto paura ma lo spavento, in quanto tale, non può essere risarcito, a meno che non incida negativamente sulle condizioni di vita. Insomma, chi nonostante la paura si mostra coraggioso perde il risarcimento.

    fonte http://www.diariodelweb.it/Articolo/?d=20090403&id=78137

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