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Al rinnovo 300mila incarichi nei collegi sindacali: avanti i giovani
Sei un giovane commercialista o avvocato? Raccontaci la tua storia di componente o possibile componente di collegio sindacale.Sono quasi 300mila gli incarichi nei collegi sindacali, in 76mila società di capitale italiane, in rinnovo tra aprile e giugno. Ogni incarico vale diverse migliaia di euro all'anno, anche nell'ordine delle sei cifre per le società maggiori
AVANTI I GIOVANI E LE DONNE
Le liste, in fase di formazione nelle ultime settimane, evidenziano a una prima ricognizione (effettuata dal Sole 24 Ore del 26 marzo), una spinta maggiore degli anni passati al rinnovamento, con l'ingresso di più giovani professionisti (e anche più donne rispetto al passato) nonché il rafforzamento della presenza di avvocati. L'incarico e il gettone possono rappresentare una interessante opportunità professionale per i giovani commercialisti e avvocati.
Uno svecchiamento degli organi societari e un maggior riequilibrio di genere porterebbero vantaggi alle imprese? Questo è un tema aperto alla discussione. Il Cerved sta programmando una rilevazione sulle nomine che saranno completate entro giugno, anche nei consigli d'amministrazione. Intanto, fa sapere – per il tramite dell'analista dell'Ufficio studi, Guido Romano - che "la presenza di donne nei collegi sindacali è superiore (20%) rispetto a quella che rileviamo nei cda, che si attesta intorno al 14% (considerando le imprese con almeno 10 milioni di fatturato); per le donne è raro il cumulo di cariche: la percentuale è del 23% tra i sindaci con un solo mandato, ma cala all'8% tra quelli con più di 15 mandati e al 5% tra quelli con più di 30 poltrone".
Questi temi sono stati rilanciati dal recepimento della direttiva Ue sulla revisione contabile, con le nuove norme appena entrate in vigore (senza alcuna fase transitoria) proprio nel momento della formazione delle liste dei rinnovi. Numerosi interrogativi si aprono adesso, con il decreto legislativo numero 39 pubblicato in Gazzetta Ufficiale mercoledì 24 marzo. Si è anche aperto un dibattito sulla possibile fuga dei professionisti dai collegi, per eccesso di rischi professionali, aggravio di compiti e divieto di cumulo (fuga smentita dall'Ordine dei commercialisti).
LA VERIFICA SINDACALE NON E' IL GIUDIZIO UNIVERSALE
Intanto, però, altri fronti di discussione restano aperti. Il rapporto tra chi lavora nelle funzioni di amministrazione, finanza e controllo e i sindaci che effettuano le verifiche sindacali è diventato più problematico, con la crisi. Ne parla con grande equilibrio la commercialista Claudia Cattani, membro di tre collegi sindacali e presidente (da settembre 2009) del collegio sindacale di Bristol-Myers-Squibb. Cattani, senior partner dello Studio tributario e societario (network Deloitte), fa parte della Fondazione Bellisario, pioniera in Italia delle tematiche sul riequilibrio di genere nelle "stanze dei bottoni". Ma il suo discorso vale tanto per gli uomini che per le donne.
"E' chiaro che il controllo dei sindaci è oneroso per le società, perché presuppone una collaborazione che si traduce in un aggravio di lavoro per le strutture amministrative – spiega -. All'intensificarsi dell'attività di controllo da parte sia del collegio sindacale sia di altri organismi preposti, aumenta l'onore per i soggetti controllati di produrre documentazione. L'attività di controllo, pur permanendo efficace, può essere esercitata in un clima di collaborazione reciproca, che aiuta il management della società a focalizzare i problemi ed eventualmente risolverli, prima che producano effetti negativi di qualunque tipo non solo sulla correttezza del bilancio e delle scritture contabili, ma anche sull'attività gestionale della società. Quindi le verifiche sindacali non vanno vissute come il Giudizio universale: il rapporto tra manager e sindaci può essere improntato su una reale collaborazione, pur nel rispetto dei ruoli. Va infine considerato che, in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo, le società affrontano maggiori difficoltà che si riflettono anche nei rapporti con i soggetti che esercitano attività di controllo. Infatti, in caso di andamento gestionale negativo, è molto più difficile discutere con i sindaci. Anche in questo caso, però, è auspicabile la massima collaborazione e trasparenza tra soggetti controllori e controllati".
NON SARA' CANDIDATO CHI HA FATTO SOLO PERDERE TEMPO
Serve un'iniezione di buon senso nei rapporti tra funzioni aziendali amministrative e sindaci e revisori, secondo Giangaetano Bissano, tesoriere di Federmanager, e figura più unica che rara di amministratore delegato (di due società del Gruppo Bauli) ma anche di membro di collegio sindacale (di una società del Gruppo Cattolica Assicurazioni). "I sindaci che eccedono nei controlli meramente formali, che chiedono documenti a raffica e poi magari non hanno il tempo di analizzarli e che in definitiva fanno perdere solo tempo resteranno inevitabilmente fuori dalle liste dei rinnovi – spiega -. Invece chi ha aiutato l'amministratore delegato a capire meglio la sua società sarà confermato. Le verifiche interne ben condotte aiutano a ridurre i rischi di incidenti di percorso gravi come quelli portati alla luce dalle inchieste che hanno riempito le cronache dei giornali negli ultimi tempi. Quanto alla composizione dei collegi sindacali, trovo che quelli con un bilanciato mix di competenze (commercialisti, avvocati, ma anche manager come me) possano dare un interessante apporto in termini di controllo anche del business e come verifica gestionale".
fonte http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2010/03/rinnovo-300mila-incarichi-collegi-sindacali-avanti-giovani.shtml?uuid=e06dcae4-3906-11df-bea1-3d453e291b8a&DocRulesView=Libero
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