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  • La legge della strada: come muoversi e lavorare tra le insidie della rete viaria

    Codice nuovo, ma sempre in evoluzione. Manutenzione, il segreto dell'efficienza. Il vero pericolo: i comportamenti umani
    Anche la strada ha le sue leggi. Garantiscono il divertimento e la libertà, agevolano il lavoro e il tempo libero. Consentono di vedere posti meravigliosi e di incontrare le persone care. Ma spesso sono dure e ciniche. Possono diventare anche crudeli. La strada ti porta ovunque, trasforma la fantasia in realtà, rende vero quello che era soltanto un sogno. Le civiltà più avanzate della storia hanno sempre avuto delle buone strade: dalle consolari che portavano a Roma, all’intreccio di Highway a stelle e strisce diventate uno dei simboli della potenza americana. La legge della strada, però, non perdona.

    Ogni anno, su quel groviglio di carreggiate (asfaltate e non) che abbracciano il pianeta più bello dell’universo, perdono la vita oltre un milione di persone. Avete capito bene, oltre un milione: 1,2 milioni per l’esattezza, più di tremila al giorno, oltre cento l’ora, più di due ogni minuto. E altri 50 milioni restano ferite in modo più o meno grave. Una guerra. Il calcolo non è approssimativo, l’impressionante dato è riportato dal Global Status Report on Road Safety dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel secolo scorso, che pur ha visto i due primi conflitti mondiali, sono state spezzate più vite in viaggio di quante ne abbiano bruciate le numerose e cruente guerre in tutti i continenti.

    Molte sono le cause dell’impressionante strage, dai veicoli alla rete stradale, dalle norme che nei vari paesi regolano la circolazione al comportamento umano che resta di gran lunga il principale imputato. Proprio per questo motivo qualcuno sostiene che il problema della sicurezza stradale verrà definitivamente risolto solo quando tutti i veicoli si guideranno da soli, dialogando l’un l’altro e con le infrastrutture. Soltanto allora non dovremo più versare un contributo umano tanto pesante alla distrazione e alla prepotenza, all’incoscienza e alla velocità, all’alcol e alle droghe, al sonno. In ogni caso a qualche comportamento scorretto.

    La tecnologia per far ciò esiste già, ma prima che diventi disponibile per tutti a prezzi accessibili serviranno decenni o forse non lo sarà mai. Quindi, per rendere le strade meno insidiose, bisognerà continuare a lavorare in tutte le direzioni, come si è fatto finora, ma con molto più impegno. Servono veicoli più moderni, percorsi più funzionali, maggiori controlli e, soprattutto, più conoscenza ed educazione stradale per rendere consapevoli tutti dei pericoli e, soprattutto, della conseguenze.

    Le previsioni, in realtà, non sono incoraggianti. Il pianeta continuerà a popolarsi. Gli oltre sei miliardi di abitanti diventeranno più di nove entro metà del secolo e i circa settanta milioni di veicoli che sfornano le fabbriche di tutto il mondo ogni anno faranno presto superare al parco circolante globale l’impressionante barriera del miliardo di unità.

    La mortalità per incidente stradale, che nel 2004 era la nona causa di morte nel mondo, diventerà la quinta nel 2030 ma, purtroppo, è già la seconda fra i giovani, per la fascia di età da 5 a 29 anni.

    http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=126629&sez=DOSSIER_SCUOLA

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