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  • Il lavoratore ammalato deve sempre stare in casa No se il suo allontanamento è breve e giustificato Così dice la Cassazione

    Il caso sottoposto all’esame della Suprema Corte di Cassazione riguardava una lavoratrice in malattia che, alla visita di controllo, risultava assente dal proprio domicilio.

    Non solo. La lavoratrice in questione, affetta da sindrome depressiva ansiosa, era stata altresì “avvistata” in spiaggia (distante solo 300 metri dalla propria abitazione) a prendere il sole.

    Ebbene, nel caso de quo, la Corte di Legittimità (Cass. Sez. Lavoro sentenza 21 ottobre 2010, n. 21621) ha sostanzialmente confermato quanto deciso dalla Corte d’Appello di Lecce.

    Invero, dice la Cassazione “una volta escluso che possano ritenersi sussistenti le condizioni individuate dalla giurisprudenza, al fine di considerare gravemente inadempiente la condotta complessiva del lavoratore che si allontani dal luogo in cui questi deve trascorrere il periodo di malattia, appare condivisibile il giudizio espresso dalla Corte di appello di Lecce, secondo cui la breve assenza della resistente non assume rilevanza in sè e per sè, in mancanza di altri elementi che ne evidenzino l’influenza negativa sia sullo stato di salute, che sull’assetto funzionale del rapporto di lavoro”.

    Il fatto poi che la lavoratrice fosse stata vista in spiaggia è stato ritenuto assolutamente irrilevante sia dai Giudici di Merito sia dalla Cassazione in quanto, nella fattispecie specifica, la breve esposizione al sole da parte della lavoratrice non poteva comunque pregiudicare o ritardare la sua guarigione.

    E’ doveroso però precisare che, nel caso in questione, i Giudici di Merito avevano altresì svolto un accertamento anche in ordine alla complessiva condotta della lavoratrice prima e dopo la malattia. Dall’accertamento così svolto, era infatti emersa la sua totale “incensuratezza”, oltre all’assenza di precedenti addebiti a suo carico, nell’intero arco di 17 anni di carriera lavorativa alle dipendenze della società ricorrente, e dall’altra, il suo spirito collaborativo nel manifestare la sua disponibilità a sottoporsi ad una serie di visite fiscali anche a distanza di un giorno l’una dall’altra.

    Il tutto deponeva quindi chiaramente per la sua buona fede e l’assenza di intenti elusivi.
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