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«L'esclusiva dell'avvocato non comprime le authority»
«Non c'è alcuna tendenza espansionistica della categoria». Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense, stempera i toni delle authority registrati su queste pagine (si veda il Sole 24 Ore del 27 dicembre). La scintilla è la riforma della professione, ora alla Camera, che riserva agli avvocati l'attività di consulenza e di assistenza legale stragiudiziale.
Presidente Alpa, secondo le authority, la riserva legale rischia di far lievitare i costi delle procedure di conciliazione e di sottrarre alle associazioni dei consumatori l'attività di consulenza.
I pericoli paventati non sono reali. La riserva l'ha proposta il Cnf, ma per dare concretezza a principi totalmente diversi. In primo luogo, ogni attività che implichi l'esercizio o l'alienazione di diritti deve essere effettuata con la dovuta qualificazione. Il testo riflette poi la giurisprudenza della Cassazione: nella consulenza legale non si devono utilizzare metri diversi rispetto a quelli dell'attività difensiva.
Qual è allora lo spazio esclusivo degli avvocati?
Quando si parla di consulenza ci si riferisce a un'attività stragiudiziale, che riguarda tutte le operazioni economiche non destinate a sfociare in un conflitto. Ad esempio i pareri, che vengono richiesti agli avvocati nelle operazioni di acquisizione o di cessione di pacchetti azionari o nella redazione di contratti. Poi c'è l'attività preparatoria per la difesa in giudizio, tesa a identificare i diritti e le modalità con cui questi diritti possono essere difesi in giudizio.
E la conciliazione?
Bisogna fare attenzione a non confondere la conciliazione per le controversie civili con quelle previste da leggi speciali sotto l'egida delle authority. Quanto a queste ultime, nel 70% dei casi sono destinate a risolvere problemi tra utenti e imprese di telecomunicazioni. Su questo fronte il Cnf non ha preso posizione, perché si tratta di small claims, che riguardano questioni inferiori ai 100 euro per le quali è difficile pensare che sia necessaria l'assistenza legale. Le compagnie, inoltre, risolvono spesso le controversie in modo pratico, proponendo ad esempio condizioni contrattuali migliori.
Però avevate chiesto di inserire l'assistenza obbligatoria dell'avvocato nella conciliazione per le liti civili...
Sì, ma alla fine non è stata prevista. Vero è che non ci sia neanche la norma che avrebbe esplicitamente consentito all'interessato di partecipare senza l'avvocato. Opportunamente aggiungo, perché è probabile che molti concilino senza legale, ma è importante che ne rimanga l'opportunità. Soprattutto per farsi indicare la soluzione da prendere quando viene presentata una proposta dal mediatore.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-01-03/lesclusiva-avvocato-comprime-authority-063947.shtml?uuid=AYGCImwC
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