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  • Congresso Forense: mediazione avanti tutta!

    Si è concluso il XXXIII Congresso Nazionale Forense che si è svolto a Rimini dal 6 all'8 ottobre e che ha posto al centro della riflessione congressuale il tema del ruolo dell'avvocatura nella “Giustizia senza processo” attraverso 4 gruppi di lavoro: la crisi economica della professione; strategie e
    soluzioni; volontaria giurisdizione; negoziazione assistita e altre forme di ADR. Non è dubbio però che, visti i precedenti, e cioè, un rapporto tra l'avvocatura e gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie che ha certamente conosciuto momenti di tensione specialmente all'indomani dell'introduzione della mediazione obbligatoria, l'aspetto principale è che, dopo il Congresso, le resistenze degli avvocati sembrano destinate ad essere un lontano ricordo. Oggi i tempi sembrano cambiati: il messaggio che passa, per dirla con le parole del Ministro della Giustizia Andrea Orlando è che «l'avvocatura non è la causa della crisi della giurisdizione come spesso si dice, ma può essere uno dei soggetti che concorre alla sua soluzione». Le mozioni sulla mediazione. Ed ecco allora che il Congresso ha deciso di approvare le mozioni (dell'Ordine di Roma e del Coordinamento Forense) che puntano sulla mediazione (ma anche le altre ADR come la negoziazione assistita) dove, progressivamente, il ruolo dell'avvocato è cresciuto sino a diventarne componente importante e imprescindibile. E' Angelo Santi del Coordinamento della Conciliazione forense a mettere in evidenza i punti salienti della mozione approvata che prende le mosse da un'adeguata valutazione dei risultati ottenuti (positivi) dalla mediazione in questa fase di sperimentazione per modificare la normativa che deve essere opportunamente modificata per rafforzare il modello ma sempre partendo «dove l'avvocatura dal decreto del fare è stata messa al centro della mediazione civile e commerciale». La classe forense prende, quindi, atto della «necessità di investire nelle procedure alternative alla giurisdizione in termini di formazione e specializzazione» e chiede che venga incentivata la mediazione nonché la partecipazione personale delle parti (ivi compresa la pubblica amministrazione) al primo incontro di mediazione, disciplinata la consulenza tecnica nel corso della mediazione e venga rimossa ogni incompatibilità tra avvocato che svolge anche il ruolo di mediatore. Ma si rivendicano anche altri spazi come, ad esempio, il più importante, quello di poter autenticare le sottoscrizioni delle parti in calce all'accordo amichevole al fine poi di poter trascrivere l'accordo nei registri immobiliari oppure quello di certificare, nelle mediazioni telematiche, la firma del proprio assistito così rendendo più utilizzabile la mediazione online (che è limitata proprio dalla necessità della certificazione delle firme apposte a distanza ad opera del mediatore). Gli avvocati, tuttavia, sottolineano anche la necessità che i parametri forensi riconoscano – ai fini del compenso – evidenza ed autonomia all'attività che l'avvocato svolge nel corso della mediazione e che venga meglio disciplinato il tema del patrocinio a spese dello Stato. Mantenimento della mediazione. Le due mozioni (e le parole del Guardasigilli), quindi, rappresentano un chiaro ed univoco messaggio anche per la Commissione costituita dal Ministro della Giustizia e presieduta dal Guido Alpa: la mediazione va mantenuta e, anzi, occorre valorizzarla anche prevedendo, ad esempio, che la mediazione può sostituire la negoziazione assistita. Ancora qualche mese e vedremo se gli approdi del Congresso Forense troveranno sviluppo nei lavori della Commissione (recentemente prorogati) e, comunque, verranno recepiti in modifiche legislative.

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