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Bassolino indagato anche per le frane
Sparito, o quasi, dalla scena politica (a parte le sue trame per mettere a Palazzo San Giacomo di Napoli uno dei suoi alle prossime amministrative di primavera), Antonio Bassolino ha un gran da fare, invece, per i suoi infiniti problemi giudiziari. La Procura di Napoli, diretta da Giovandomenico Lepore, si sta nuovamente occupando dell’ex sindaco ed ex presidente della Campania ma nella sua veste di ex commissario straordinario per il dissesto idrogeologico. Bassolino, imputato eccellente nel processo per i rifiuti, ha ricevuto recentemente un invito a comparire dai pm della Sezione reati contro la pubblica amministrazione.
L’ex governatore campano è accusato di peculato, con il suo ex braccio destro, De Angelis. L’indagine sul Commissariato per il dissesto idrogeologico è doppia. Sull’operato di Bassolino sta svolgendo indagini anche la Corte dei conti che sta procedendo parallelamente alla magistratura penale. L’inchiesta è stata svelata dal quotidiano il Mattino.
Il Commissariato straordinario per il dissesto idrogeologico fu creato nel 2001, tre anni dopo la sciagura di Sarno, Quindici, Siano e Bracigliano. La struttura emergenziale potè godere dell’operato di dipendenti della Regione Campania ma è sul monte ore di straordinario, studi di settore e spese telefoniche che la polizia giudiziaria vuole vederci chiaro. Nei cinque anni di gestione bassoliniana, il Commissariato ha «succhiato» alle casse dello Stato la bellezza di 2 milioni 865mila e 612 euro. Gli inquirenti del pool Mani pulite della Procura napoletana hanno preso in esame il periodo di gestione che va dal 2001 al 2006. In questo periodo, a detta degli inquirenti, la struttura retta da Antonio Bassolino, è andata ben oltre il budget previsto per la sua gestione. In sostanza, quei 600mila euro stanziati dal governo per far funzionare il Commissariato e mettere fine al dissesto idrogeologico in Campania nel giro di cinque anni si sono quasi quintuplicati. Nei 600mila euro governativi erano compresi anche i pagamenti degli stipendi dei dipendenti, alla fine per il personale sono stati spesi la bellezza di 2 milioni 233mila e 86 euro.
Il pool Mani pulite, diretto dal procuratore aggiunto Francesco Greco e il pm Ettore La ragione, che conduce l’inchiesta sul Commissariato di Bassolino, sta puntando l’attenzione sugli stipendi e sulle ore di straordinario assegnati ai dipendenti della struttura. Al centro dei riflettori della Procura è finita una ordinanza datata 19 luglio del 2004, la numero 10, firmata dal commissario straordinario. L’indagine è decollata proprio con quel documento, in base al quale gli stipendi dei dipendenti della struttura sarebbero cresciuti e non di poco.
Insomma, i soldi, a fiumi, sarebbero arrivati ma la sicurezza idrogeologica della Campania non sarebbe migliorata. In base a un primo bilancio degli atti compiuti dalla polizia giudiziaria, sarebbe emerso che le ore di straordinario pagate non sarebbero state compiute per attività riguardanti la sicurezza idrogeologica della Campania.
Dalla attività investigativa della Procura sarebbe anche emerso che il Commissariato era privo di un sistema di rilevazione delle ore di straordinario. Infatti, in piena era tecnologica, presenze e straordinari erano annotati, alla maniera della lista della spesa, su un foglio di carta. Tanti soldi spesi ma a Napoli e in Campania, di frane e di alluvioni, come dimostrato dagli ultimi eventi luttuosi di Ischia e della Costiera amalfitana, si continua a morire.
http://www.ilgiornale.it/interni/i_guai_infiniti_bassolino_indagato_anche_frane/08-01-2011/articolo-id=498162-page=0-comments=1
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