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Giustizia, allarme paralisi Il ministro: «È tutto risolto»
IL CASO. Il ministro interviene, l'Anm non cede: «Misura tampone». Il leader della Lega preme sulla Consulta: è polemica
Il Guardasigilli annuncia: 5 milioni per garantire l'assistenza informatica dei tribunali fino all'estate Legittimo impedimento, Bossi: da «matti» bocciarlo
Polemiche sul fronte giustizia, nonostante il ministero abbia annunciato di aver risolto il blocco dell'assistenza informatica per i tagli agli uffici giudiziari. Ieri ministro della Giustizia Angelino Alfano, all'indomani dell'allarme lanciato dall'Anm sul rischio della chiusura dei tribunali per effetto del venir meno dell'assistenza informatica, ha assicurato che «il servizio riprenderà regolarmente» da domani, «ancora prima della piena ripresa del lavoro negli uffici giudiziari», Alfano ha detto di aver «sottoscritto le variazioni di bilancio necessarie per ottenere questo risultato, in attesa che il ministero dell'Economia assicuri anche il suo sostegno a questo essenziale servizio». È di circa 5 milioni di euro la somma che il ministero è riuscito a racimolare per garantire almeno fino all'estate la prosecuzione del servizio di assistenza informatica dato in appalto a tre ditte (Telecom, Elsag Datamat ed Engineering). Nel frattempo si lavorerà per il ripianamento del fabbisogno 2011, pari a circa 33 mln di euro, come ha quantificato Luigi Birritteri, capo dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del ministero.
Il Guardasigilli intanto attacca: «Esponenti dell'opposizione e dell'Anm hanno tifato per lo sfascio per poter accusare me e il governo di averlo creato. Ora i magistrtati diano atto della soluzione individuata». Ma l'Anm avverte: «Prendiamo atto con soddisfazione che, anche grazie all'allarme lanciato da noi, siano state reperite le risorse. Ma in ogni caso si tratta di soluzioni tampone che non offrono reali prospettive». Duro il commento della capogruppo del Pd in Commissione Giustizia, Ferranti: «Alfano sapeva che si andava incontro al blocco, quindi non accusi l'opposizione». E l'Udc chiede: «Come sono state reperite le risorse?».
Non è però tutto. Ieri è stata polemica anche sulla legge sul legittimo impedimento, ora all'esame della Corte Costituzionale. Bossi ha dato dei «matti» ai giudici se questi bocciassero la normache tiene al riparo il premier, almeno fino all'ottobre 2011, dalla continuazione dei tre processi a suo carico (Mills, Mediaset e Mediatrade). «Povero Berlusconi, ha già tante rogne senza tirar fuori altro», ha risposto il ministro Umberto Bossi alla domanda se sia preoccupato per un'eventuale sentenza della Consulta che bocci il legittimo impedimento: «Spero di no, non penso ci siano matti che possono fare cose del genere, spero che la magistratura lasci perdere Berlusconi prendendo atto che è una brava persona». Il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando ha reagito: «Bossi ignora la Costituzione, anche se ci ha giurato sopra. Matti non sono i giudici, ma eversivi sono coloro che vogliono calpestare i diritti costituzionali. Bossi offende i giudici come Berlusconi».
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