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  • Gli studi legali inglesi si spostano in campagna

    Dall'Asia alle campagne inglesi. Gli studi legali che negli ultimi anni hanno alimentato il fenomeno dell'outsourcing legale, ovvero la delocalizzazione di una parte dei servizi offerti quotidianamente ai clienti, in Paesi dove il costo del lavoro è inferiore, in particolare in India e nelle Filippine, stanno scoprendo che lo stesso risparmio in termini di costi nell'offerta del servizio, e di conseguenza nello sconto sulle parcelle presentate ai clienti, si può ottenere senza andare molto lontano.

    Delocalizzando nelle aree a basso costo vicine ai centri finanziari.
    Succede in particolare in Inghilterra, dove il fenomeno prende il nome di "near-sourcing" o "back-door". Recentemente, lo studio magic circle Allen & Overy, ha annunciato la decisione di aprire un ufficio di supporto legale a Belfast, Irlanda del Nord. Il nuovo ufficio supporterá lo studio della City londinese nei processi di Information technology, nella gestione delle risorse umane, ma anche nell'attivitá legale dal profilo meno complesso.
    Una decisione simile era stata annunciata recentemente dalla law firm Herbert Smith, che ha aperto un ufficio a Belfast lo scorso aprile come parte della strategia di rilancio dello studio post-crisi economica.
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    Gli studi legali che giá da tempo avevano invece una sede fuori dalla capitale inglese, puntano ora a spostare lì un flusso di lavoro maggiore.
    È il caso di Addleshaw Goddard, che ha aumentato lo staff di Manchester e ridotto quello londinese. Un professionista di "periferia" riceve infatti uno stipendio che si aggira intorno a 30mila sterline, contro quello a 5 zeri di un avvocato della City.

    Il fenomeno sarebbe alimentato anche dall'imminente entrata in vigore nel mercato inglese della Tesco law, la nuova normativa che regola i servizi legali e che renderá il mercato inglese più competitivo con l'ingresso delle catene dei supermercati e di nuovi operatori che potranno offrire consulenza legale di base ai clienti.

    L'interesse delle law firm per "la campagna" è stato confermato recentemente dal "Big Question survey", un sondaggio periodico condotto tra i soci dei maggiori studi. Circa il 60% dei partner ha confermato il processo di rilocalizzazione dei servizi di supporto in altre regioni inglesi., con il 59% dei soci che considera questa opzione "molto" o "considerevolmente" interessante.

    Solo il 12% dei soci intervistati ha infine escluso questa opzione facendo riferimento a un peggioramento del servizio che lo studio è in grado di offrire. In merito alla possibilitá di implementare questa strategia nei prossimi 5 anni, nessun socio ha escluso completamente questo cambiamento.

    Per gli studi si tratta infatti di una alternativa migliore rispetto all'outsourcing legale tradizionale, in quanto permette di interfacciarsi con una sede geograficamente vicina, dove lavorano professionisti della stessa nazionalitá e spesso completamente controllata dallo studio sotto il profilo della governance.

    Sul fronte dei rischi, il principale riguarda invece l'immagine che lo studio trasmette ai clienti. Circa il 18% dei soci intervistati ha dichiarato che la scelta di spostare una parte del business in un'altra regione invia ai clienti un segnale negativo.

    Un problema di immagine sul quali tuttavia, i clienti potrebbero chiudere un occhio in cambio di una parcella da pagare sensibilmente meno salata.
    http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-06-20/studi-legali-inglesi-vanno-161509.shtml?uuid=AaYNDahD

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