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ZTL: le tre priorità prima delle transenne. Lettera aperta al sindaco di Napoli
Pubblicata su richiesta dell'Avv. Claudio Panarella
Gentile sindaco,
numerose sono le iniziative che la sua amministrazione sta prendendo per segnare una discontinuità con il recente passato. Abbiamo occhi per vedere e orecchie per sentire che alcune di queste hanno suscitato interesse e adesione fra tanti cittadini. Ma è un tantino preoccupante la piega che potrebbe prendere la sua voglia di cambiare aria. E, avendola vista molto vicino al presidente De Laurentis in più di una occasione anche al San Paolo, non vorremmo che Mazzarri la contagiasse trasmettendole spregiudicatezza in eccesso: l’errore tattico di cambiare i 7 decimi della formazione in una sera sola, come è successo mercoledì sera a Verona, nella partita Chievo-Napoli
Intendiamoci. Sulla necessità di aprire la tenaglia del traffico da uno dei centri storici più grandi, più antichi e più congestionati al mondo, non ci piove.
Nessuno può ragionevolmente sostenere che se Napoli riesce ad alleggerirsi dal gravame di una congestionante mobilità privata, non ne guadagnerebbe. Non solo perché è una città tra le più colpite in Italia dall’inquinamento, nonostante sia stesa lungo il mare, lambita dalla brezza dei venti per diverse ore al giorno e diversi giorni all’anno.
Il fitto reticolo di vicoli e viuzze di un centro storico rimasto praticamente intatto nei secoli è una prerogativa che rende unica la nostra città. Non poterne godere, come turisti e come abitanti, significa sottrarre dal paniere delle attrazioni turistiche di casa nostra un piatto troppo appetibile per rinunciarci.
Tuttavia restano alcune perplessità sulla decisione di avviare l’estensione della Zona di traffico limitato, ritenuta evidentemente una priorità dei primissimi mesi di mandato dell’amministrazione De Magistriis.
E se è lecito dare qualche suggerimento a un sindaco che gode di buona stampa, come del resto chi lo ha preceduto all’epoca del G7, la speranza è che abbia sufficiente spirito per sostenere il diritto di critica anche quando esso talvolta lo riguarda e lo coinvolge. Requisito che non era, invece, nelle corde di Bassolino.
La prima perplessità è di metodo.
Il blocco della mobilità è una decisione legittima e persino plausibile, ma dovrebbe venire ultima dopo alcuni passaggi che l’amministrazione comunale non ha ancora portato a segno. Sembra, infatti, che l’adozione del provvedimento sia un surrogato a portata di mano messo in campo in assenza, al momento, di iniziative politiche più difficili da perseguire.
Nel merito, la sensazione è di aver di fronte un approccio non del tutto razionale: come se, volendo edificare un palazzo, non si cominciasse dalle fondamenta, ma dai piani superiori.
Fuor di metafora, logica vorrebbe che si arrivasse alla chiusura al traffico, dopo aver portato a casa il risultato di un numero congruo di parcheggi nei pressi della Napoli dei decumani. Ancora: dopo aver portato consegnato alla città fermate della linea metropolitana in costruzione da troppi anni, raccordando la fermata di Piazza Bovio con Piazza Municipio a ovest e la stazione Garibaldi ad est. Infine: dopo aver superato lo scoglio della crisi (e dei tagli) di Circumvesuviana e Cumana, principali collettori di utenza dalla grande periferia.
Logica vorrebbe che almeno una delle citate precondizioni fossero nel mirino della giunta prima che adottasse a spada tratta la politica delle transenne, punitiva per migliaia di napoletani che abita nei quartieri storici o ci lavora.
Il consiglio? Cercare e adottare soluzioni che alleggeriscano il peso di vivere in una città bella e difficile. Con un pizzico di buon senso al posto del fondamentalismo ideologico del tutto e subito. Questa è la rivoluzione di cui Napoli ha bisogno.
Avv. Claudio Panarella
(Già Pubblicato sul quotidiano IL DENARO il 23.09.2011 )

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